La formula magica di questi giorni incredibili è “Andiamo a giocare?”. Quante volte sentiamo ripetere questa frase dai nostri bambini, costretti ad un tempo di limitazioni e privazioni che non gli appartiene e che non riescono a decodificare!?
Quante volte i più piccolini vengono a cercarci, fisicamente, stringendoci spasmodicamente, cercando di assorbire la nostra attenzione e coinvolgerci in un gioco immaginario? Questa assurda pandemia mondiale ci costringe tutti a ripensare la quotidianità: noi mamme abbiamo anche il dovere di reinventarla per i nostri bambini, di trovare, insieme a loro e per loro, quella piccola formula magica che ci rende tutti un pochino più felici e contenti.
In questo gioco di scambio e relazioni, di draghi da affrontare e giardini che ora possiamo solo sognare, si fa strada una riflessione importante, sul nostro essere madri e figli, questo binomio inscindibile carico di tanti significati emotivi: ne parla per noi oggi la dottoressa Scilla Esposito, psicologa clinica e arteterapeuta.
Il grande gioco
Mai come in questo momento dobbiamo disporci in una dimensione di grande gioco quotidiano: chi è genitore è chiamato ad una missione ancora più straordinaria di quella di sempre, perché i bambini hanno il sacrosanto diritto di crescere felici, anche durante questo isolamento forzato.
E’ il momento per noi genitori di scendere in campo, di trasformare la nostra quarantena in una quotidiana missione spaziale, o in un avventura nel bosco o, ancora, in una dimensione fantastica popolata di fate ed elfi: non sarà difficile tornare a giocare se riusciamo a considerare che questo nutrimento emozionale è necessario come l’acqua e il pane.
Lo sviluppo psichico dei bambini
Siamo per altro avvantaggiati se consideriamo le tappe dello sviluppo psichico dei nostri figli: il bambino fino ai 7 anni ha modalità di pensiero non logiche, ha difficoltà nel differenziare emozioni e pensieri propri da quelli altrui.
Questa condizione pone il genitore nella relazione con modalità significativamente disponenti e corrispondenti, perché attraverso se il bambino potrà rispecchiare e riflettere i vissuti propri bonificati dalla relazione; quando sarà più grande avrà introiettato e strutturato la capacità di reverie materna e saprà gestirsi psichicamente da solo, efficacemente.
Il pensiero magico
Il pensiero magico è una dimensione fondamentale nello sviluppo psichico del bambino, essa assolve a funzioni molteplici, struttura efficacemente le capacità di difesa dall’ansia, stabilizza comportamenti di protezione da ciò che è sconosciuto. Spesso per accedere e facilitare questa dimensione il bambino si costruisce dei semplici rituali di comportamento tranquilizzanti.
Attraverso questa funzione il bambino costruisce anche il senso del tempo, dell’attesa, del desiderio. Attraverso questa fantasia nel bambino, inoltre, si attiva la speranza. Tutto questo mira anche al soddisfacimento della funzione del desiderio di riconoscimento di sé e dei vantaggi che ne genera dall’essere visto dal mondo: solo quando sarà più grande abbandonerà questo pensiero, lasciando spazio al pensiero logico.
Il genitore quindi è parte preziosa di questo sviluppo, che diventerà patrimonio se sarà contenuto definito e guidato nella relazione. Attraverso la funzione di rêverie materna tutto questo assumerà il giusto significato.
Rêverie: la relazione madre-figlio
La parola rêverie etimologicamente, significa sognare, fantasticare. Nella relazione madre-figlio, lo psicanalista Wilfred Bion la utilizzava per definire lo stato mentale della madre con il suo bambino.
Si tratta di uno stato in cui la madre è pervasa da ciò che immagina sia la vita interiore del bambino: questa capacità la rende efficace nel discriminare le percezioni e le impressioni affettive e sensoriali del proprio figlio di contenerle, modificarle e restituirle.
Quindi alla luce di tutte queste informazioni, avendo da parte del bambino una disposizione al gioco e da parte del genitore una competenza innata, cosa aspettiamo a metterci una scatola di scarpe colorata in testa e salire al galoppo della scope per combattere e sconfiggere i mostri?! Proprio nulla direi, io vado il drago ci aspetta in salotto!
La dott.ssa Esposito fa parte di Donne al Centro – Psicologhe, una importante rete di professioniste a sostegno delle donne.