La collaborazione con la blogger AllegraLu continua! Dopo averci parlato dei disturbi alimentari nei bambini, oggi raccontiamo il divertente contenuto del video Prevenire i disturbi alimentari con un gioco.
Cibo ed emozioni sono legate insieme, come spiegarlo ai nostri bambini perché non trovino nell’alimentazione la soluzione ai loro malesseri a volte invisibili a noi genitori?
Nella puntata in cui AllegraLu ha parlato di come riconoscere i disturbi alimentari nei nostri bimbi, gli esperti di FoodNet hanno raccontato quale metodo utilizzano per fare prevenzione nelle scuole. Il bello di questo metodo, se così lo vogliamo chiamare, è che lo possiamo utilizzare anche noi genitori a casa. È un modo per giocare, stare insieme e insegnare ai nostri bimbi ad essere consapevoli del legame tra cibo ed emozioni.
Ai bambini basta poco per cogliere questa informazione, farla loro e modificarsi nelle loro abitudini alimentari
Esperto di Foodnet
AllegraLu ci racconta allora cosa possiamo fare. L’attività va organizzata in tre momenti, perché altrimenti potrebbe risultare un po’ pesante. Sarebbe bello anche invitare più bambini della fascia d’età intorno agli 8-9 anni e anche qualche altra mamma. Ovviamente, più si è, più divertente sarà!
Prima bisogna preparare degli strumenti cartacei che possiamo fare noi genitori. Creiamo una carta d’identità alimentare, una sagoma del corpo umano su un foglio bianco, e prendiamo altri fogli bianchi.
Foodnet reputa questi strumenti fondamentali:
Attraverso questo metodo siamo riusciti ad aprire un dialogo con i bambini e far dialogare loro stessi con le loro emozioni
Ecco come prevenire i disturbi alimentari con un gioco
Prima fase
I bimbi devono iniziare compilando le loro carte d’identità alimentari. Oltre al nome, cognome e all’età, devono specificare:
- cosa mangio
- il mio piatto preferito
- cosa non mi piace
- il cibo che amo di più
- il cibo che amo di meno
Poi si fa un gioco: quale piatto piace di più a ogni bimbo, si chiacchiera insieme e ci si fanno un sacco di risate.
Per introdurre il tema delle emozioni dobbiamo scegliere, insieme ai bambini, i loro personaggi preferiti dei cartoni animati e individuare per questi delle emozioni da abbinare. Ad esempio, il cattivo è sempre arrabbiato, quindi la rabbia. La protagonista è sempre gioiosa, quindi la gioia.
I bambini dovevano dirci cosa piace mangiare secondo loro all’emozione, non a loro stessi quando si sentono in un certo modo, ma all’emozione stessa. Quindi abbiamo inserito due esempi, che sono Gioia e Rabbia, i quali, essendo molto diversi tra loro, mangiano cibi molto diversi e poi abbiamo compilato le carte d’identità alimentare delle emozioni: cibi che piacciono, cibi che non piacciono, il cibo che piace di più, il cibo che piace di meno, e poi QUANTO mangiano le emozioni, per iniziare a introdurre questo aspetto. Cambiando l’emozione, infatti, cambia anche la quantità di cibo che si mangia.
Esperto di Foodnet
Questo è già un primo approccio che genera un sacco di domande e confronto tra i bimbi e noi genitori: vedrete che sarà già sorprendente.
Seconda Fase
Prendiamo la sagoma e chiediamo ai bambini di indicare in quale parte del corpo sentono le emozioni. Questo gioco apre un dialogo incredibile! Anche gli esperti di Foodnet sono rimasti molto sorpresi dalle osservazioni fatte dai bambini nelle scuole. Qui iniziano a capire che, ad esempio, se sono arrabbiati forse non hanno voglia di mangiare oppure hanno voglia di abbuffarsi: ecco il primo legame tra cibo ed emozioni.
Terza Fase
Prendiamo cinque fogli bianchi sui quali scriveremo le cinque emozioni principali: la rabbia, la gioia, la paura, il disgusto, la tristezza.
Diamo ai bambini un sacchetto con tantissimi cibi ritagliati su carta all’interno, il loro compito è applicare sul foglio dell’emozione corrispondente cosa mangiano quando si sentono in quel modo.
Qui i bimbi si sbizzarriranno, oltre a utilizzare i nomi dei cibi scriveranno anche frasi come “Io, quando ho paura, non riesco a mangiare perché mi viene da scappare.” In un gioco così vi potranno anche dire: “Io mangio il budino al cioccolato perché poi l’emozione cambia, dalla tristezza passa alla gioia”.
Capiranno ancora meglio e in modo molto più preciso la vera connessione tra cibo ed emozioni.
E una volta capita la connessione?
Prendiamo tre bambini. La più grande tende, quando è un po’ triste, a smettere di mangiare o a mangiare molto meno. Un altro, appena ha una tristezza o un pensiero, si butta sulla cioccolata. L’ultimo tende a mangiare schifezze ogni volta che ha un brutto voto a scuola. Cerchiamo di farglielo notare. Diciamo loro che non c’è niente di male in sé, ma se lo capiscono, la volta successiva possono venire da voi e dire “Mamma, sai, oggi mi sento un po’ triste…”. Se ne parla e dopo non avrà così tanto bisogno della tavoletta di cioccolata oppure di non mangiare affatto.
Esperto di Foodnet
Conclusione
Grazie a questa consapevolezza il bambino impara che può sì mangiare il suo quadratino di cioccolata perché lo fa stare bene, ma dall’altra parte capirà invece che potrà venire a parlare con noi ed evitare di mangiarsi l’intera barretta.
AllegraLu conclude il video dicendo che il suo bambino è ancora molto piccolo, tuttavia le piacerebbe moltissimo, quando crescerà, che tutto ciò, il legame corretto tra cibo ed emozioni, non dovrà insegnarglielo perché sarà normale impararlo a scuola.