Amo festeggiare tutto, ma non l’8 marzo.
Amo festeggiare San Valentino perché, anche se ci si ama tutto l’anno, mi piace l’idea di ricordare che prima di essere genitori, siamo una coppia che si ama.
Amo la festa della mamma e del papà, e regalargli un fiore o un cioccolatino è un modo per ringraziarli ancor più degli altri giorni, per i sacrifici che fanno quotidianamente per noi figli. Amo la feste dei nonni perché essi sono una figura fondamentale nella vita di ogni nipote. Adoro il Natale per il clima di amore che si respira, ma la festa della donna no, non riesco proprio ad amarla. E non mi riferisco alle mimose o ai cioccolatini, sempre ben graditi, ma all’usanza, sempre più diffusa di uscire in gruppo, togliendo ogni freno inibitore. Ecco, quello che proprio mi disgusta è vedere decine di donnette che infilano soldi nelle mutande di bei fusti che si piegano a questo disgustoso spettacolo solo per monetizzare.
Mi disgusta vedere orde di donnette che emanano gridolini di fronte ad un sedere muscoloso o ad un paio di addominali scolpiti.
La festa della donna è per me esattamente l’opposto di ciò che si vede in quei locali.
La festa della donna serve a ricordare a tutti la nostra importanza. Serve a ricordare che i sacrifici che noi donne facciamo quotidianamente sono inimmaginabili.
La festa della donna serve a ricordare a tutti gli uomini che picchiano, violentano, vessano, fanno violenza psicologica, che tentano di annientare la nostra identità, che siamo delle rocce.
E nel momento in cui infilate i soldi nelle mutande degli spogliarellisti, quando cercate di toccare il culo ad un ragazzo che sta lavorando, quando emettete quei ridicoli gridolini, dimostrate agli ominicchi che hanno poca considerazione delle donne, che hanno ragione.