Partire per scoprire il mondo e sé stessi nell’incontro con culture e persone diverse. Il viaggio è una delle esperienze più avvincenti per l’uomo, che ne ritorna sempre arricchito. Ecco perché in molti desiderano donarla ai propri figli, consapevoli di regalare esperienze uniche ed irripetibili. Un dubbio però sorge spontaneo: qual è l’età giusta per la prima vacanza da soli?
Distacco
Il principale ostacolo in questo senso è il distacco dalla famiglia. Un passo che spaventa tanto i piccoli quanto i genitori, e che va gestito con la massima tranquillità. Altrimenti meglio aspettare qualche anno, continuare le vacanze tutti insieme e rimandare la partenza in autonomia a quando il bambino è più grande.
Non esiste perciò una regola fissa che stabilisce l’età perfetta per il primo viaggio da solo. Tuttavia diversi psicologi indicano quella scolare come l’età migliore, considerando un intervallo piuttosto ampio: dai 6 ai 10 anni.
È in questo periodo che il bambino sperimenta, in maniera più o meno graduale, la separazione dalla famiglia, per via della frequenza scolastica ma anche di attività ludiche o sportive da lui stesso richieste. Tutti appuntamenti che, seppur vissuti con il supporto dei genitori, lo spingono alla scoperta della propria indipendenza.
Vanno comunque considerati con attenzione aspetti determinanti per il successo dell’esperienza di viaggio. Dalla scelta del gruppo con cui far partire il bambino al tipo di vacanza, senza dimenticare chiaramente la destinazione.
Viaggiare con coetanei
Perché il viaggio sia il più piacevole possibile è consigliato un gruppo di bambini coetanei. Troppa distanza anagrafica rischia di creare difficoltà non solo a chi è chiamato a gestire il gruppo, ma anche agli stessi partecipanti. I più piccoli tendono infatti ad ambientarsi meglio quando sono circondati da bambini con età e conoscenze simili.
Allo stesso modo, l’esperienza scelta dovrebbe essere adatta alle necessità e aspettative del piccolo. In questo senso i campus sportivi sono un’ottima soluzione.
Da un lato consentono ai partecipanti di approfondire la disciplina sportiva preferita, dall’altro facilitano la creazione di nuove amicizie. La passione per uno stesso sport, infatti, è uno stimolo a fare conoscenza e semplifica così l’interazione tra i bambini, mettendo a proprio agio anche i più timidi.
Inoltre campus e colonie estive sono garanzia di un’ampia offerta in termini di destinazioni. Le realtà che organizzano queste esperienze propongono abitualmente soggiorni in Italia e all’estero, permettendo alle famiglie di calibrare la distanza da casa. In modo da non limitare il bambino nell’esperienza e, allo stesso tempo, non forzarlo verso un distacco eccessivo.