Il legame tra cibo ed emozioni è qualcosa che riguarda tutti noi, grandi e piccini. In un mondo in cui le abitudini alimentari stanno cambiando velocemente, prevenire i disturbi alimentari sin da piccoli è una delle sfide più importanti per i genitori. E se tutto fosse più semplice di quanto sembri? Se, invece di parlare di cibo in modo tradizionale, potessimo farlo giocando con i nostri bambini? La risposta arriva da un’iniziativa interessante che ha come protagonista la blogger AllegraLu, che, insieme agli esperti di FoodNet, ci propone un approccio divertente e innovativo per insegnare ai bambini a riconoscere il legame tra emozioni e alimentazione.
Disturbi alimentari nei bambini: come prevenire con un gioco
Il cibo è strettamente legato alle emozioni, ma quanto spesso i bambini associano il mangiare al modo in cui si sentono? Ai genitori può risultare difficile riconoscere come certi stati emotivi, come la tristezza, la rabbia o la gioia, influenzano le scelte alimentari dei piccoli. Secondo gli esperti di FoodNet, prevenire i disturbi alimentari nei bambini non deve per forza essere un compito arduo. Un gioco può essere la chiave per avvicinarsi al tema in modo naturale e coinvolgente, facendo comprendere ai bambini come le emozioni possano influire sull’alimentazione. AllegraLu, nel suo video “Prevenire i disturbi alimentari con un gioco”, ci spiega come farlo in modo semplice ed efficace.
La carta d’identità alimentare e il corpo umano
Il primo passo di questo gioco educativo è preparare degli strumenti cartacei che i genitori possono facilmente realizzare a casa. Per farlo, basta creare una carta d’identità alimentare per ogni bambino e una sagoma del corpo umano. Su questi fogli, i bambini devono inserire informazioni come:
- Nome e cognome
- Età
- Piatto preferito
- Cibo che piace di più e quello che piace di meno
Questo gioco, che fa parte della prima fase dell’attività, permette ai bambini di riflettere sul cibo che consumano abitualmente e su come si relazionano ad esso.

In questa fase, un elemento fondamentale del gioco è l’integrazione delle emozioni: i bambini devono associare a personaggi dei loro cartoni animati preferiti delle emozioni specifiche. Ad esempio, un personaggio arrabbiato sarà collegato alla rabbia, mentre uno gioioso alla felicità. Successivamente, i piccoli devono pensare a quali cibi mangerebbero in base alle emozioni, non a come si sentono loro personalmente. I bambini si divertono nel creare “carte d’identità alimentare delle emozioni” e scoprono che le emozioni non solo influiscono sul tipo di cibo che mangiano, ma anche sulla quantità.
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Fase 2: Emozioni e corpo
Una volta che i bambini hanno preso confidenza con le emozioni e il cibo, il gioco prosegue con un’ulteriore fase. In questa fase, la sagoma del corpo umano diventa il centro dell’attività. Ai bambini viene chiesto di indicare dove sentono le emozioni nel loro corpo. Questo passaggio aiuta i bambini a riconoscere come il corpo reagisce a determinate emozioni, come la paura o la tristezza, e a capire come questi stati possano influenzare la loro voglia di mangiare.
Questo gioco non solo è educativo, ma crea anche una connessione più profonda tra i bambini e le loro sensazioni fisiche ed emotive. Gli esperti di FoodNet hanno sottolineato come questo tipo di attività abbia generato sorprendenti riflessioni tra i bambini nelle scuole, mostrando quanto i più piccoli siano in grado di comprendere i legami tra emozioni e comportamento alimentare.
Fase 3: Giochi con il cibo e le emozioni
La terza fase del gioco è ancora più coinvolgente. In questa fase, ai bambini vengono dati cinque fogli bianchi, ciascuno con il nome di una delle principali emozioni: rabbia, gioia, paura, disgusto, tristezza. A ciascuna emozione viene associato un sacchetto contenente immagini di cibi ritagliati su carta. I bambini devono quindi applicare i cibi che associano a ciascuna emozione. Per esempio, se un bambino pensa che il cioccolato sia legato alla tristezza, lo incolla sulla carta della tristezza.
Questo gioco stimola la curiosità dei bambini e apre a conversazioni sorprendenti. È incredibile come alcuni bambini, ad esempio, possano rispondere dicendo che, quando sono tristi, non riescono a mangiare nulla perché sentono il bisogno di “scappare”. Altri, invece, potrebbero scegliere dolci come il cioccolato per cercare di cambiare l’emozione dalla tristezza alla felicità.
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Il risultato finale: consapevolezza ed equilibrio
Alla fine di questa esperienza, i bambini acquisiscono una maggiore consapevolezza del legame tra le emozioni e il cibo. Come evidenziato da AllegraLu, il gioco non si limita a un’attività isolata, ma diventa un’opportunità per insegnare ai bambini come riconoscere il loro stato emotivo e come questo possa influire sulle loro abitudini alimentari. Ad esempio, un bambino potrebbe capire che, quando si sente triste, non ha bisogno di abbuffarsi di cioccolato, ma può semplicemente parlare delle sue emozioni con un genitore. Allo stesso modo, un bambino che mangia molto quando è felice potrebbe imparare a fare attenzione alla quantità di cibo.
Gli esperti di FoodNet suggeriscono che, con il tempo, i bambini acquisiranno la capacità di riconoscere le proprie emozioni e, di conseguenza, di scegliere cibi in modo consapevole.

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Conclusione: il gioco come strumento educativo
In conclusione, il gioco può diventare uno strumento potente per insegnare ai bambini a riconoscere e gestire il legame tra emozioni e alimentazione. Attraverso attività come quelle proposte da AllegraLu e FoodNet, i bambini possono imparare a fare scelte alimentari più consapevoli e a sviluppare un rapporto più sano con il cibo. Questo tipo di educazione può essere un passo fondamentale per prevenire disturbi alimentari in futuro, promuovendo al contempo un benessere emotivo duraturo.
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