Fare Pilates in gravidanza fa davvero bene? Ne parliamo con Pamela Cirulli insegnante di Pilates, laureata in Psicologia Clinica. Profondamente convinta che il Pilates possa aiutarci a integrare il corpo, la mente e lo spirito, Pamela lavora costantemente con questo obiettivo: la relazione tra mente e corpo; correggendo posture errate, ripristinando vitalità fisica, rinvigorendo al mente ed elevando lo spirito si “ritorna alla vita” come insegnava Joseph Pilates, fondatore della disciplina.
Tra i migliori esercizi che si possano fare durante la gravidanza è ampiamente dimostrato che praticare Pilates è indicato per tutti i bisogni delle future mamme. Fare Pilates sugli attrezzi o semplicemente sul mat (il tappetino a corpo libero) può incrementare in maniera sicura la salute fisica e mentale della futura mamma. Il Pilates infatti si focalizza sull’aumento della stabilità, oltre a rafforzare il corpo intero, e può aiutare ad alleviare i dolori comuni e prevenirne dei futuri. Grazie al focus sulla postura, l’allineamento e la consapevolezza del corpo, il Pilates è conosciuto per alleviare i dolori della schiena e dell’anca, della sciatica, nonché ad alleviare i sintomi della sinfisi pubica, una condizione molto comune durante la gravidanza.
Quali sono i benefici del Pilates in gravidanza
Allenarsi durante la gravidanza offre benefici a lungo termine sia alla mamma che al futuro nascituro come ridurre il mal di schiena, alleviare la fatica, aiutare il ritorno del proprio peso dopo il parto, incrementare lo stato di benessere e migliorare il sistema cardiovascolare e soprattutto si prepara il corpo a prendersi cura del bambino dopo il parto (tenerlo in braccio, spingere la carrozzina, etc..). Studi recenti, hanno dimostrato che un allenamento regolare durante il periodo prenatale, aiuta lo sviluppo del cervello del bambino e aiuta la madre a gestire lo stress e a prevenire condizioni come il diabete gestionale e la preeclampsia.
Durante la gravidanza il corpo subisce dei naturali e sostanziali cambiamenti fisici e psicologici, che portano a diminuire il senso dell’equilibrio e ad aumentare la fatica, in questa periodo il pilates può sostenere e guidare la donna, ma la cosa più importante è che il corpo sia la propria guida.
Ascolta sempre il tuo corpo e prendi delle pause ogni volta che ne senti il bisogno!!
Per approfondire l’importanza del Pilates in gravidanza, Pamela ha rivolto alcune domande ad Emanuela Boro di Pilates Armonia, trainer e mamma di due bambine. Dopo la laurea in Scienze Motorie, Emanuela consegue la qualifica di Teacher Trainer del Pilates Classico a Los Angeles, presso la scuola Vintage Pilates di Jay Grimes, ultimo diretto allievo di Joseph Pilates.
Cosa cambia nell’allenamento quotidiano durante il pre e post parto
Nel periodo pre-parto se la futura mamma ha già fatto pilates in precedenza, potrebbe continuare alla stessa maniera, ma bisogna conoscere anzitutto la storia personale, prima di poter consigliare di continuare l’allenamento: è importante sapere se si tratta di prima gravidanza, se ci sono cenni di aborto, etc. A seconda delle percezioni della donna durante la lezione e conoscendo la sua modalità e intensità dell’allenamento prima della gestazione, si può lavorare su determinati esercizi sempre sotto la guida attenta e professionale dell’insegnante.
Nel periodo post-parto, sempre dopo l’anamnesi della donna, si costruisce un allenamento sulle specifiche esigenze, sicuramente si propongono degli esercizi di pre-pilates per preparare il corpo alla conoscenza del metodo completo.
Quanto è importante la respirazione e cosa succede al diaframma durante la gravidanza
La respirazione è correlata al pavimento pelvico per cui una persona che ha una buona propriocezione del corpo in termini respiratori non avrà nessun problema a svolgere la routine del Pilates, non incorrerà quindi in contrazioni addominali o pressioni sulla parte bassa addominale.
Nel pre-parto si suggerisce sempre di accompagnare la respirazione al movimento per evitare forti pressioni alla parte bassa, per il post parto invece è importante sapere come è andato il parto, se è stato naturale o cesareo o se ci sono state complicazioni.
Direi riassumendo, che il diaframma non è direttamente collegato al pavimento pelvico in termini muscolari ma in termini dinamici.
Come si relaziona il pilates con la zona lombo-pelvica che cambia?
Premesso che la parte lombo-pelvica si modifica naturalmente durante la gestazione, il Pilates consente quindi solo di armonizzare i movimenti, lasciando che la donna si muova in maniera più naturale possibile per quanto le sia possibile a seconda del mese di gravidanza in cui si trova, per aiutare la circolazione sanguigna, per facilitare il ristagno linfatico delle gambe, direi che è un lavoro globale di movimento e equilibrio. Nello specifico il lavoro del Pilates che lavora sul nostro “centro” non cambia, quello che cambia è l’equilibrio, il peso del corpo è spostato in avanti, ma il lavoro muscolare di attivazione del movimento è sempre lo stesso, certo con un nuovo equilibrio su cui lavorare nello spazio: gli appoggi in riferimento al centro che utilizzi in base alle tue sensazioni che conoscevi prima e che ritrovi in questo momento della gestazione, ovviamente sono diversi e vanno ritrovati con altri esercizi, è un lavoro costante, mese per mese. I primi mesi si può lavorare ancora con degli esercizi supini (vedi gli esercizi per le gambe con le molle sulla cadillac ad esempio) per attivare la parte addominale, visto che i muscoli profondi addominali si trovano nella parte posteriore della schiena e anteriormente c’è il bambino e avendo un appoggio, si migliora la percezione del lavoro. Si prediligono invece esercizi in piedi, dal 7 mese in poi, gli esercizi con le gambe in alto invece da metà gestazione non si possono più eseguire, così come gli esercizi che da supini richiedono di venire in posizione seduta.
Nelle prossime settimane incontreremo nuovamente Pamela Cirulli ed Emanuela Boro per approfondire i benefici del Pilates pre e post parto!