Chiudete gli occhi, tornate indietro nel tempo a quando i vostri figli erano piccolini, cercate di ricordare i momenti del cambio del pannolino, il bagnetto, la pappa: si alzerà il sipario su un teatrino di gesti e parole che tutti noi abbiamo messo in scena, dal bubbusette dove si usano le mani per nascondere gli occhi, alla canzoncina di farfallina bella e bianca dove le mani svolazzano per imitare il volo della farfalla, per passare al fai ciaociao con la manina, indica quando la pappa è buona ruotando il dito indice sulla guancia e così via. Il repertorio di gesti che inconsapevolmente abbiamo insegnato ai nostri figli, prima ancora che imparassero a parlare, è un piccolo teatrino mimico di parole che poi hanno acquisito spontaneamente e su imitazione: il gesto, infatti, è precursore del linguaggio verbale, è un canale comunicativo che tutti noi, inconsapevolmente utilizziamo, stimolando i bambini sia dal punto di vista visivo, chiedendo appunto di imitare questo o quel gesto, che dal punto di vista uditivo, attraverso l’uso delle parole che, appunto, accompagnano i gesti. Quante volte chiediamo ai nostri figli “che cosa vuoi? Fammi vedere, indica.. Dove ti fa male? Qui? Indica il pancino”.. stimolando così quel piccolo importantissimo gesto di un ditino teso ad esprimere bisogni e desideri!
L’importanza dei primi gesti
I primi gesti aiutano i bambini ad entrare in relazione con l’ambiente che li circonda, prima ancora di produrre parole: è un importante prerequisito per il linguaggio orale perché i bambini devono prima capire che possono controllare e modificare il mondo intorno con le loro azioni per capire poi che possono parlare e modificare quel mondo ancor più velocemente: se io indico il biscotto, mamma si guarda intorno per capire cosa voglio e mi dà il biscotto, se io dico biscotto, mamma capisce subito che voglio un biscotto e mi accontenta immediatamente! Quando l’adulto risponde adeguatamente alle loro richieste fatte tramite i gesti, nella fase pre-verbale, i bambini comprendono che con la comunicazione controllano l’ambiente, ottengono ciò che desiderano, diventano attori di quello spettacolo così ricco di stimoli che finora hanno solo visto dalle braccia della mamma. La vita intorno a loro è una meravigliosa esperienza di cui essere attori protagonisti, non più spettatori! Io, bambino, voglio ottenere tutti i giocattoli che mi piacciono di più, voglio essere preso in braccio e guardare dalla finestra, voglio, voglio, voglio.. e imparo ad indicare ciò che voglio perché le parole sono difficili da elaborare, il gesto è estremamente più semplice e spontaneo! I bambini cominciano ad usare il pointing, il gesto indicativo che è una tappa importantissima che anticipa il linguaggio: io vedo, io voglio, io indico ciò che voglio, io emetto un suono per rafforzare la richiesta di ciò che voglio, io mi sforzo di indicare e produrre la parola che mi farà ottenere cio che voglio!
Parlare a sei mesi, si può!
Questa lunghissima premessa serve a far capire che prima ancora del linguaggio, è importante stimolare i nostri bambini a voler comunicare, a stabilire una relazione con noi sempre più consapevole e orientata poi alla produzione delle parole: tra i 6 e i 24 mesi noi stessi possiamo potenziare l’efficacia della comunicazione tramite l’uso di gesti simbolici, che seguono la produzione spontanea delle prime verbalizzazioni, permettendo ai nostri figli di imparare un sistema gestuale che li aiuta a comunicare bisogni, desideri, interessi e stati d’animo, aspettando poi che arrivino le prime paroline! Parlare a sei mesi, quando ancora non sono sviluppate le competenze linguistiche verbali, si può, utilizzando il Programma Baby Signs nato oltre trent’anni fa in America grazie a due psicologhe esperte di sviluppo infantile, le dottoresse Linda Acredolo e Susan Goodwyn, e portato in Italia nel 2015 grazie a Mariapaola Scuderi e Leonardo Ruvolo.
Il programma Baby Signs
Baby Signs è un programma di comunicazione gestuale rivolto a neonati e bambini udenti di età compresa tra 6 e 24 mesi: si basa sull’utilizzo dei baby signs, gesti simbolici di semplice realizzazione, di derivazione dalla Lingua dei Segni. So che vi sembrerà tutto molto complesso, ma vi assicuro che è più difficile spiegarvi il Baby Signs che applicarlo!
Qui trovi il calendario di tutti gli eventi Baby Signs Italia!
Qualche settimana fa noi di Diventare Mamma siamo state invitate ad workshop Baby Signs tenutosi a Roma, a cui ho partecipato con la maestra del nido di mio figlio: dopo qualche giorno, Marianna ha fatto vedere in classe il video studiato proprio per i bambini, dove tramite un cartone animato possono apprendere i primi segni. Il risultato è stato che i piccoli hanno compreso immediatamente come indicare la palla utilizzando il gesto, o richiedere il latte sempre usando le manine: i bambini apprendono spontaneamente e velocemente e, sopratutto, vivono l’apprendimento dei segni come un gioco! Un gioco importante che li porterà a sapersi esprimere correttamente, a farsi capire, a favorire quindi lo sviluppo sociale ed emotivo, a rafforzare la relazione con gli adulti e, cosa molto importante, a diminuire il livello di frustrazione, e i conseguenti capricci!
Baby Signs: le paure dei genitori
Sicuramente qualcuno di voi avrà un po’ arricciato il naso a sentir parlare di Lingua dei Segni e Baby Signs: e se poi mio figlio fa solo i gesti e non parla? E se questo poi ritarda ulteriormente il linguaggio?Dubbi e paure lecite, ma non supportate dalle ricerche anzi, la stimolazione uditiva e visiva che si mette in atto col linguaggio gestuale, è un doppio canale di apprendimento per i bambini, è il primo passo verso la consapevolezza di poter parlare, e voler parlare! Io ho introdotto la lingua dei segni con Giordano, vista l’assenza del linguaggio e tutte le problematiche che l’autismo ci porta, e devo dire che in pochissimo tempo la sua comprensione e la volontà di comunicare e farsi capire è migliorata tantissimo. E, pian piano, sta capendo che le sue manine possono chiedere, e ad ogni gesto abbina una maggiore vocalizzazione. Aspetto che arrivino le prime paroline, ma nel frattempo possiamo comunicare!
Cinque buoni motivi per utilizzare il Baby Signs a casa e all’asilo
- utilizzando i segni in modo funzionale, diamo a nostro figlio un potente mezzo di comunicazione ancor prima che emerga il linguaggio
- imparando a comunicare richieste e desideri, si riducono pianti e frustrazioni
- favorisce la condivisione emozionale
- migliora il rapporto di fiducia tra i bambini e gli educatori, migliorando appunto la comunicazione
- facilita la comunicazione con bambini esposti da poco alla lingua italiana e con bambini con minori competenze linguistiche
- il Baby Signs è un importante passo verso l’integrazione di tutti quei bimbi, come mio figlio, che hanno difficoltà: Giordano e i suoi compagnetti di classe possono parlare attraverso i gesti, possono interagire, nonostante la diversità!
In Italia sono già diversi gli asili certificati Baby Signs, e Baby Signs Italia ha in programma moltissimi workshop, potete seguire questo link per date e informazioni. Ovviamente il mio consiglio è di informarvi e formarvi, di coinvolgere le maestre, i nonni, tutti quegli attori già impegnati nel teatrino di gesti e parole che accompagna i primi anni di vita dei nostri figli: regaliamo a tutti un copione migliore da seguire, mettiamo su uno spettacolo dove la comunicazione gestuale è il cuore della relazione coi nostri piccolini!
www.babysignsitalia.com è il sito dove troverai tutte le info!