A cura del dr. Antonio Silvestri – specialista in malattie infettive, perfezionato in tossicologia.
Con l’arrivo della bella stagione, iniziano anche i primi bagni al mare. Cosa c’è di meglio, in una torrida giornata, di un rinfrescante bagno nelle belle acque della nostra penisola? Nulla, a patto che non si incappi, sfortunatamente, nei tentacoli di una medusa!
A tutti, prima o poi, capita di avere un incontro ravvicinato con uno di questi insidiosi animali che sempre più spesso infestano le acque dei mari che abitualmente frequentiamo.
Cause e fattori di rischio della puntura di medusa
Le meduse pungono l’uomo attraverso cellule specifiche, dette cnidocisti, le quali, se toccate, estroflettono alcuni filamenti dalla sostanza urticante; questa sostanza penetra immediatamente attraverso la pelle, facendo provare il tipico fastidio che fa “scattare” e spesso urlare di dolore il bagnante, colto alla sprovvista.
La medusa che abita le acque del Mediterraneo, di solito, è la Pelagia Noctiluca: essa è larga 10 cm e non sempre facile da avvistare: è, infatti, incolore o quasi (a volte sul suo cappello possono vedersi geometrie violacee). I suoi lunghi filamenti sono responsabili della puntura, mentre se toccata sul cappello, non provoca alcun danno.
Le meduse “nostrane” non sono particolarmente pericolose per l’uomo, in genere (salvo allergie specifiche alla loro sostanza urticante, che potrebbe dunque anche provocare shock anafilattici); tuttavia, queste bestioline possono essere molto fastidiose, anche se provocano una reazione solo nella parte di derma dove è avvenuto il contatto con i tentacoli.
Le meduse più pericolose, invece, sono le Sea Wasp australiane, che possono addirittura portare alla morte per arresto respiratorio in pochi minuti. Ecco perché i bagnanti australiani utilizzano particolari costumi da bagno e mute che li proteggono dalle punture.
Quali sono i sintomi di una puntura di medusa?
Dopo essere stati punti dalla medusa, si avvertirà un bruciore immediato e, nel giro di qualche minuto, si vedranno comparire linee rosse e dolorose in corrispondenza dei punti in cui i filamenti urticanti sono entrati in contatto con la pelle.
Altri sintomi tipici sono il prurito (che può persistere fino a una settimana), il formicolio e l’intorpidimento della zona interessata. A volte, i segni possono permanere sulla pelle anche per uno o due mesi.
Nei bambini e negli anziani possono manifestarsi, più di frequente, reazioni persino più gravi, come nausea, mal di testa, vomito, vertigini, febbre o spasmi muscolari.
5 cose da fare in caso di puntura
Se avete avuto uno spiacevole incontro con una medusa, seguite questi cinque consigli, per evitare di aggravare la situazione:
- Niente panico! In questi casi è meglio rimanere calmi, senza agitarsi eccessivamente: sbracciare e dimenarsi vorticosamente nell’acqua non farà che accrescere il rischio di entrare nuovamente in contatto con uno dei tentacoli della medusa, che probabilmente si trova ancora nei paraggi, forse anche assieme ad altri esemplari.
- Dopo essere usciti dall’acqua e aver controllato che non vi siano tentacoli urticanti rimasti attaccati alla pelle, lavate la zona colpita con acqua di mare. In questo modo, la tossina che ancora non è penetrata negli strati più interni del derma potrà essere diluita e sciacquata via. Usate l’acqua salata del mare: quella dolce non farà altro che aggravare i sintomi.
- Non vi grattate né strofinate sabbia sulla pelle. Ogni microtrauma da sfregamento va rigorosamente evitato! Altra cosa da evitare è l’applicazione di sostanze come l’aceto e l’ammoniaca, che peggiorano la situazione. Questi sono tutti “rimedi della nonna” e della tradizione popolare che assicurano un sollievo immediato, ma mandano in circolo nell’organismo le tossine penetrate: ecco perché, in realtà, queste soluzioni non sono di alcun beneficio.
- Attenzione al sole. Dopo essere stati punti, la pelle diventa molto delicata. Potrebbero rimanere anche delle cicatrici nei punti dove la medusa ha colpito; proprio per questo, anche un’esposizione al sole della parte interessata dalla puntura, potrebbe rallentare la guarigione del derma, o assicurare la futura presenza di una cicatrice. Cercate di non esporre la parte colpita al sole, finché non sarà guarita, rimanendo all’ombra e utilizzando una crema con filtro solare elevato.
- Osservate le zone colpite e i sintomi occorsi. Se si incappa in un branco di meduse, o se si è punti in estese parti del corpo, i rimedi precedenti potrebbero non essere sufficienti. Questa è infatti una circostanza molto pericolosa e anche i sintomi potrebbero essere molto più gravi di quelli di una piccola puntura: in questo caso, il consiglio è di correre al pronto soccorso; le tossine delle meduse, se assorbite in grandi quantità, sono estremamente dannose. In ospedale potranno prescrivervi la migliore terapia da seguire, con farmaci appositi.
“l’aceto lenisce il dolore?“, la risposta è sì e avevamo già scritto che complessivamente, però, ciò facilita la penetrazione di sostanze tossiche. Un valido lenitivo può essere l’olio di oliva o di semi, ma sulla spiaggia di solito ci sono solo gli olii e protettivi solari, non indicati.
Un altro lenitivo può invece essere il ghiaccio oppure un ghiacciolo, il tutto da tenere non oltre due minuti. Questa manovra consente alla mamma o al papà in ansia di prodigarsi e anche di dimostrare al figlio di fare qualcosa.
Le meduse si muovono spesso in branchi, per cui, se prima di tuffarvi ne avvistate una, o se qualche altro nuotatore è appena stato punto, forse è meglio rimandare il bagno in acqua a un altro giorno: di certo la vostra pelle vi ringrazierà!