In un mondo globalizzato come il nostro, dove l’incontro con il diverso diventa sempre più frequente, l’idea di inserire il proprio figlio in una scuola bilingue o trilingue può essere una scelta vincente. Questo potrà offrirgli, una volta adulto, più opportunità di lavoro e consentirgli da subito un’apertura mentale maggiore rispetto a un bambino monolingue.
Secondo vari studi, il conoscere due o tre lingue non è solo una questione di apprendere la sintassi di una lingua straniera, ma comporta anche sviluppare processi mentali diversi e atipici rispetto la lingua madre. Il cervello di un bambino che venga esposto sin dalla prima infanzia a due se non tre modi di comunicare diversi, si svilupperà in modo diverso da quello di un bambino monolingue.
Nell’ultimo ventennio l’Unione Europea sta spingendo gli Stati facenti parte, ad organizzare un sistema di scuole materne che metta i bambini in condizione di essere esposti all’apprendimento di almeno due lingue. L’obiettivo è quello di familiarizzarli a un contesto internazionale il prima possibile. Purtroppo l’Italia è ancora molto lontana dal raggiungimento di questo obiettivo. Infatti siamo tra i paesi con il maggior numero di ragazzi il cui livello di inglese è appena sufficiente.
In cosa consiste una scuola bilingue
Una scuola bilingue è una scuola privata che segue il programma ministeriale italiano e che vede l’inserimento della lingua straniera (di solito l’inglese) in modo molto più presente che non in una scuola tradizionale. Altra caratteristica di una scuola bilingue è che i docenti della lingua straniera sono generalmente madrelingua.
Il programma di studio della lingua straniera non si limita soltanto all’insegnamento della sintassi e dei vocaboli ma anche all’insegnamento in lingua delle materie didattiche extra linguistiche come, per fare un esempio, letteratura, arte e scienze. L’intento non è solo quello di far apprendere una lingua ma fare apprezzare anche la cultura sottostante alla lingua. Una lingua infatti è l’espressione di una cultura, di un modo di pensare diverso da quello proprio del paese in cui vive il bambino.
L’insegnamento della lingua straniera, sin dai primi anni del bambino, in alcune scuole, a seconda del metodo didattico seguito, viene fatto in modo ludico e divertente. Il bambino non viene forzato allo studio ma impara giocando.
La scuola trilingue
In Italia sono una realtà ancora minoritaria.
La scuola trilingue, come dice la stessa parola, si differenzia da quella bilingue per l’insegnamento di un ulteriore lingua straniera. Anche in questo caso i docenti sono, nella maggioranza dei casi, di madrelingua e le ore in lingua straniera sono ripartite tra l’insegnamento vero e proprio della lingua in questione e lo studio di altre materie extra linguistiche. Ogni scuola decide in autonomia quanto è il monte ore destinato per ogni lingua straniera e come suddividerle tra le varie materie.
Come per la scuola bilingue, anche per gli istituti trilingue l’intento non è solo fornire le basi per parlare fluidamente le lingue straniere ma conoscerne le rispettive culture, affinché il bambino non veda il diverso come qualcosa da evitare ma da amare e accettare.
In conclusione, un genitore potrebbe decidere, considerate le potenzialità che un bambino possiede, soprattutto nei primi anni di vita, di imparare più facilmente diverse lingue straniere, di iscriverlo a una scuola trilingue al fine di avvantaggiarlo. D’altra parte, imparare tre lingue contemporaneamente piuttosto che due, è senza dubbio più impegnativo per un bambino e all’inizio quest’ultimo potrebbe più facilmente confondere i vocaboli.
Inoltre l’apprendimento e la capacità di dominare le tre lingue difficilmente potrà avvenire allo stesso ritmo o allo stesso livello. È probabile che una delle tre risulti essere meno “privilegiata”, ed è abbastanza fisiologico che due lingue risulteranno essere più avanzate rispetto alla terza.
Per questi motivi molti genitori preferiscono optare per una scuola bilingue.