Essere mamma oggi è un’esperienza meravigliosa, ma anche complessa. Tra gioie, difficoltà e un vortice di informazioni, la maternità è attraversata da tanti giudizi, aspettative e stereotipi che a volte arrivano proprio dalle altre mamme, da chi dovrebbe essere un porto sicuro. In questo articolo esploriamo i pregiudizi più comuni nel mondo materno, per aiutare a riconoscerli, superarli e vivere la propria maternità con serenità.
Il peso dei giudizi tra mamme
Spesso capita di sentire commenti non richiesti e contraddittori sulle scelte personali, dal modo di nutrire il bambino al tipo di parto scelto, dagli abbigliamenti per il neonato alla gestione del tempo tra lavoro e famiglia.
Ad esempio, se una mamma prende molti chili in gravidanza viene definita “senza fondo”, ma se ne prende pochi è “malata della linea”. Se fa un parto cesareo le dicono che è “una paracula”, se invece fa un parto naturale è stata solo “fortunata”.
Questo crea una spirale di insicurezza che può portare a sentirsi continuamente sotto esame, invece di godersi il proprio percorso.

Alimentazione e allattamento: altre battaglie tra mamme
L’allattamento è una delle scelte più spinose: allattare in pubblico viene visto da alcune come un’esibizione; dare latte artificiale fa di te una mamma “pigra” perché “più facile il biberon”.
Chi usa la fascia portabebè è “di terzo mondo”, chi usa il passeggino è una “spendacciona”, chi tiene il figlio in braccio per troppo tempo è una mamma che lo “vizia”.
Queste etichette spesso non hanno basi reali, ma creano conflitti e senso di colpa inutili.

Scelte diverse: co-sleeping, nido, pannolini e tecnologie
Il co-sleeping viene criticato con frasi come “poveretto non crescerà mai”, mentre chi mette il bambino subito nella cameretta è visto come insensibile. Mandare il figlio al nido da casalinga è “pagare per sbarazzarsi del bambino”, e non mandarlo è “non fargli imparare a socializzare”.
Anche i pannolini dividono: usa e getta fa “pensare non alla salute del pianeta”, quelli lavabili sono “uno schifo perché lavi la cacca in lavatrice”.
Per non parlare della tecnologia: chi la vieta è “di altri tempi”, chi la lascia usare è destinato ad avere un “figlio iperattivo”.
Lavoro, scelte di vita e giudizi sociali
Le scelte sul lavoro sono un altro campo minato. Tornare a lavorare dopo il parto fa pensare che “si pensa più alla carriera che ai figli”. Fare la casalinga invece rischia di etichettarti come una “mantenuta che non dà il buon esempio”.
Anche le scelte alimentari e di consumo spesso generano polemiche: comprare solo prodotti bio è “solo per chi ha soldi da buttare”, mentre comprare senza attenzione agli ingredienti è “una pazza che fa male ai figli”.
Perché succede tutto questo tra mamme?
Questo continuo giudicare nasce spesso da paure, insicurezze e competitività. Essere una mamma perfetta secondo gli standard sociali sembra diventato un obbligo e ci si misura sempre con le altre. Tuttavia, questo atteggiamento non porta altro che stress e isolamento.
Come vivere una maternità serena nonostante i giudizi
- Ricordati che ogni mamma è unica. La maternità è un percorso personale, senza formule perfette.
- Non prendere sul personale i giudizi altrui. Spesso sono proiezioni di insicurezze.
- Costruisci una rete di supporto autentico. Cerca amiche e gruppi che accettano le tue scelte.
- Parla apertamente delle tue difficoltà. La condivisione aiuta a spezzare tabù e sensi di colpa.
- Sii gentile con te stessa. La maternità è un viaggio fatto anche di fatica e imperfezioni.
Sul sito DiventareMamma trovi contenuti utili per affrontare le sfide della maternità senza giudizio:
- La maternità reale: tra fatica e gioia
- Allattamento e giudizi sociali: come difendersi
- Gestire il senso di colpa materno
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