Ultimamente vediamo spesso in giro, mamme che portano i loro piccoli addosso, avvolti da teli e come sempre nello scetticismo si pensa subito alla moda del momento che seguendola ci rende al passo coi tempi! In realtà non è così perché di moda non si tratta ma bensì di un’arte antica per portare i bambini con se, accantonata nei paesi industrializzati dopo l’avvento del passeggino (anno 1800 più o meno) e rimasta sempre viva nei paesi quali Africa, Asia, Sud America, ritorna in Europa verso gli anni 70 ed inizia ad essere nuovamente una pratica apprezzata e dai numerosi vantaggi fino, ad arrivare ai tempi d’oggi in cui viene riconosciuta come una vera e propria pratica di accudimento dei bambini.
Si chiama babywearing
Con il babywearing si inizia a riscoprire una cultura “a contatto e sostenibile” in cui il genitore si pone in ascolto ai bisogni del proprio bambino che trova risposta al suo bisogno primario di contenimento, protezione, nutrimento e affetto grazie ai quali svilupperà un corretto benessere psicofisico e di fiducia rispetto all’ambiente circostante in quanto avrà una base sicura dove ritornare sempre e, se questo dolce metodo di maternage è un vantaggio per i genitori, praticare il babywearing offre tante altre soluzioni che andremo a scoprire.
Come si pratica il babywearing?
Semplicemente con un supporto porta bebè che può essere una fascia lunga elastica o rigida, una fascia ad anelli, un mei tai o un marsupio ergonomico, strumenti che vengono scelti in base all’età del bambino ed alla posizione in cui verranno utilizzati.
Permettono al genitore/portatore di avere addosso il bambino/portato en di avere le mani libere; per ogni diade mamma e bambino (papà e bambino) c’è un supporto adatto che correttamente posizionato permette di svolgere le quotidiane mansioni, faccende domestiche, accudimento di altri figli senza dover trascurare il neonato, uscite con gli amici e quanto si faceva prima ed al quale non si vuole rinunciare, oltre ad essere anche un metodo per spostarsi con il proprio bambino inteso proprio nel senso di trasporto.
E se questi erano i vantaggi per i genitori scopriamo adesso quali sono i vantaggi per i bambini portati.
Fa bene al neonato
Come già anticipato un bambino portato è un bambino ascoltato, il cui genitore impara a rispondere ai suoi bisogni semplicemente da un gesto, è un bambino che rispetto ad altri piange meno (come dimostrato da recenti studi) in quanto avverte la presenza costante della figura materna o paterna, diminuendo quindi il livello di stress, che soffre meno di colichette e soprattutto è un bambino che si sente sicuro e ciò lo aiuterà nelle relazioni future.
Se oggi abbiamo stimolato la tua curiosità seguici per scoprire i nuovi articoli sul babywearing, parleremo della sua storia, dalla origini ad oggi, quali sono i supporti per portare, le posizioni per portare e tanto altro ancora.
Questo articolo è stato scritto dalla nostra nuova collaboratrice Anna Blasi, consulente del portare certificata.
Anna – consulente del portare
Mi presento, sono Anna mamma di Francesco Maria, due anni e mezzo, abito in Calabria a Cosenza e mi sono avvicinata al mondo del portare dopo la nascita del mio bambino, è stato ed è un percorso che ci regala emozioni bellissime e che mi ha spinto a diventare Consulente del Portare per poter far conoscere e diffondere questa pratica di accudimento dei bambini fatta di dolci abbracci.
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Anna Blasi Consulente del Portare – Fascioteca Cosenza