Nafsa (نفساء) è una parola Araba che significa “donna che ha appena dato alla luce” e delimita il periodo che ne segue, di circa 40 giorni.
TUTTE dovremmo avere la possibilità di godere appieno di questo momento così delicato: il post partum. La depressione post parto è infatti molto più comune di quanto si pensi e solo chi è già madre sa bene cosa vuol dire.
Stati d’animo ballerini, la sensazione di inadeguatezza, le paure alternate alla felicità, il non sentirsi all’altezza, la tristezza e l’ansia che spesso ci assale. Ma ciò che incide maggiormente a mio avviso, è il fatto di non sentirsi capire e comprese da chi ci sta vicino.
Ben il 10% delle donne soffre di depressione post partum e nel 90% dei casi non conosce l’esistenza di questa patologia.
Nella società moderna le neo-mamme ci ritroviamo sempre più spesso abbandonate a noi stesse, sole con il nuovo arrivato e la vita che scorre veloce senza aspettarci. Pulizie da fare, pranzi da preparare, lavatrici da far partire, piatti da lavare, panni da stirare tutto questo alternato a pianti e pannolini da cambiare, guardarti allo specchio e vedere una donna così diversa che è difficile riconoscersi: Una donna con kili in più, senza trucco, con le occhiaie di chi non dorme la notte, seni addolorati e quella pancia che ancora non sparisce.
No, non è così che dovrebbe essere. Il post partum è un momento delicato ed oggi voglio raccontarvi questa tradizione, che per quanto mi riguarda è la realtà che dovrebbe vivere ogni madre in questo mondo.
Il post partum tradizionale marocchino – Nafsa
In Marocco si dice che la donna dopo il parto ha il ventre aperto per 40 giorni, perché resta vulnerabile sotto moltissimi aspetti. Quanta verità!
Dopo il parto, la mamma viene vestita e preparata per il ritorno a casa. Viene onorata e “curata” con la medicina tradizionale, antica e sacra, per poterla rigenerare.
Vicino a lei ci sarà sempre una donna pronta a supportarla e aiutarla.
Niente faccende domestiche
La neo mamma non dovrà pulire né cucinare, infatti ci sarà sempre qualcuno che cucinerà per lei e la aiuterà a recuperare le forze, limitando qualsiasi sforzo innecessario, permettendole di risposare e dormire, compatibilmente con le esigenze del nuovo arrivato.
Hamam per il relax
È anche tradizione coccolare la nuova mamma con un Hamam, un bagno di vapore tradizionale marocchino. La si lava con sapone di olive, argilla Ghassoul e si profuma il tutto con della menta. La donna viene lavata e massaggiata per far sì che la tensione se ne vada e concedersi del meritato relax.
Dopo l’Hamam si prepara il vassoio cerimoniale: argento, acqua di rose, candele, compassione, tanto amore e tempo da condividere con lei e per lei.
Pasti caldi
Le si offrono datteri e pasti caldi, spezie piccanti, zuppe e brodi fanno parte delle ricette tradizionali per il Nafsa. La neo mamma non dovrà prendere freddo, il suo capo verrà coperto, e tutto questo la permetterà di rimanere al caldo senza sprecare energie.
La tradizionale “chiusura” del corpo
Si conclude con il rituale di “chiusura” dove la donna, viene “legata” con della stoffa tradizionale, partendo dalla testa fino ai piedi, per “chiudere” le sue ossa, il suo ventre e il suo corpo.
Si festeggia la Nasfa
Infine, la nuova mamma, viene celebrata con una specie di festa in suo onore. Ci si abbellisce con henne, si beve, si mangia, si ride e si piange insieme a lei. Si festeggia la vita e la nascita di una nuova mamma, una Nafsa.
Nel Marocco antico sapevano bene di cosa aveva bisogno una neo mamma, e questa tradizione ne è la prova.
Ogni donna dovrebbe poter avere un supporto durante il puerperio, ma solo poche fortunate al giorno d’oggi possono dire di avere un reale supporto in questo periodo così bello e altrettanto delicato della vita di una donna.