Labubu non è un demone: ecco origini, smentite, perché è esploso il panico online e come orientarsi tra blind box e collezionismo Pop Mart. Guida chiara per genitori.
Cos’è successo davvero (in breve)
Un video virale ha accostato le bambole Labubu di Pop Mart al demone mesopotamico Pazuzu, citando anche una gag dei Simpson. Risultato: panico, commenti allarmati, perfino qualcuno che ha buttato i propri pupazzi. Ma il collegamento è senza fondamento: Labubu nasce come personaggio fiabesco e non ha radici oscure.

Origini vere di Labubu
- Creatore: Kasing Lung (fumettista nato a Hong Kong).
- Anno di nascita del personaggio: 2015.
- Ispirazione: fiabe europee legate alla sua infanzia nei Paesi Bassi; Labubu è un folletto birichino ma dal cuore buono, non “malvagio”.
- Dalle pagine ai giocattoli: dal 2019 Pop Mart trasforma i personaggi in blind box (scatole sorpresa) che diventano un fenomeno globale.
Perché si parla di Pazuzu?
Il video virale ha accostato il design di Labubu a Pazuzu, figura resa pop dai film horror. In realtà, la comparazione è forzata: non esistono prove, né dichiarazioni del creatore, che colleghino Labubu al demone. Anche il tono “da leggenda urbana” ha alimentato l’ansia più della realtà dei fatti.
Cosa dicono le smentite
Gli approfondimenti usciti dopo l’ondata virale chiariscono che non c’è alcun legame tra Labubu e Pazuzu: il cuore del personaggio resta quello fiabesco. Pop Mart descrive Labubu come dispettoso ma gentile; nessun richiamo occulto nel brand ufficiale.

Perché il panico è esploso così in fretta (e cosa impariamo)
- Clip + meme = effetto domino: un riferimento ai Simpson, immagini suggestive e testi allarmistici… ed ecco servita la “prova” visiva, anche se non è tale.
- Bias cognitivi: quando qualcosa “sembra” inquietante, il cervello colma i vuoti con narrazioni già note (demoni, maledizioni, ecc.).
- Algoritmi social: contenuti che spaventano si condividono di più → più reach → più panico.
Morale: verificare prima di condividere (e guardare le fonti, non solo i collage).
Il successo commerciale (numeri e trend)
Nonostante il rumor, il fenomeno Labubu è cresciuto ancora: il format blind box, le limited edition e la community social hanno spinto il brand in alto. Stime e cronache di settore indicano ricavi annui per la linea nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari e una presenza forte nel mercato del collezionismo, anche con celebrità che mostrano le proprie collezioni.

Guida pratica per genitori: domande che ricevo spesso
- È un giocattolo adatto ai bambini? Sì come oggetto decorativo/collezione; occhio però all’età: molte blind box sono pensate per collezionisti (parti piccole, non da mordicchiare). Controlla sempre l’età consigliata e gli avvisi sul packaging.
- C’è qualche simbolismo “nascosto”? No. Le origini di Labubu sono narrative/fiabesche. Il collegamento a Pazuzu nasce solo online e non trova riscontri nel lavoro dell’autore né nelle comunicazioni ufficiali.
- Perché queste bambole costano (e valgono) così tanto? Edizioni limitate, collaborazione con artisti, domanda globale e scarsità programmata: la combinazione spinge il prezzo e alimenta un mercato secondario vivace.
- Ha senso comprarle per i figli o sono solo “cose da adulti”? Dipende dall’età del bimbo e dall’uso: se parliamo di gioco attivo, meglio alternative pensate per l’infanzia. Se parliamo di passione condivisa (collezionare insieme, aprire la blind box come rito), può diventare un momento carino genitore-figlio, con le dovute cautele.
Consigli d’acquisto “furbi” (per non buttare soldi)
- Setta l’aspettativa: è una blind box, quindi l’esatto personaggio non è garantito.
- Evita i falsi: compra da store ufficiali o rivenditori affidabili; se un’edizione limitata costa “troppo poco”, c’è un motivo.
- Mercato secondario: se cerchi una variante precisa, può convenire la rivendita… ma confronta i prezzi e verifica sempre foto e feedback.
- Non farti spingere dalla paura: compra per piacere (o per collezione), non perché “domani sparirà” o “è demoniaco”.

Perché questa storia interessa a noi genitori
Perché è un caso da manuale su come nascono le bufale che riguardano i nostri figli. E perché ci ricorda che il primo filtro di sicurezza siamo noi: niente panico, più spirito critico. Labubu resta ciò che è: un personaggio dolce e birichino, figlio della fantasia di un autore e di un’industria del collezionismo molto brava a farci sognare.

Conclusione
Il “Labubu demone” è una narrazione virale, non un fatto. Le radici del personaggio sono fiabesche; le smentite sono chiare; il successo commerciale spiega da solo perché se ne parla così tanto. Se vuoi regalarlo o collezionarlo, fallo con consapevolezza — ma senza paure infondate.
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