Ti racconto il mio parto traumatico – L’arrivo di Isabel

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Essere Donna

Ti racconto il mio parto traumatico – L’arrivo di Isabel – Quando ero incinta immaginavo che il parto sarebbe stato un momento di gioia infinita, un’esperienza naturale e rispettata. Leggevo i racconti di altre mamme nei gruppi Facebook e sentivo storie piene di lacrime di felicità al primo sguardo con il proprio bambino, e pensavo: “Sarà così anche per me”. Invece, la mia esperienza è stata completamente diversa.

Il mio parto è stato traumatico e non ho provato quell’amore immediato che pensavo sarebbe natospontaneo. Non ho pianto. Guardavo Isabel e la percepivo come “la figlia di qualcun altro”. Mi sono sentita sbagliata, avevo paura di non riuscire mai ad amarla veramente. Questo è il mio racconto, spero possa aiutare chi ha vissuto o sta vivendo qualcosa di simile.

La mia esperienza: 22 Settembre 2015

Avevo sempre desiderato un parto in acqua, il più naturale e rispettato possibile. Quel lunedì, all’improvviso, le acque si sono rotte. Mi sono preparata con calma e sono andata in ospedale,dove mi hanno ricoverata direttamente in zona parto. Ho passato tutta la notte ad ascoltare urla e dolore, ma senza contrazioni mie.

Il giorno dopo, alle 9 del mattino, ha avuto inizio l’induzione. Le contrazioni sono partite forti e ravvicinate, ma sono durate tutte le ore fino alla sera. Quando ero a soli 3 centimetri di dilatazione ho chiesto l’epidurale che per me è stata una salvezza. Dopo 7 tentativi falliti, l’anestesista è riuscita a farla entrare e ho provato un senso di pace mai sentito prima.

Purtroppo, però, non tutto è andato come immaginavo: mi hanno fatto stare sdraiata e subire la manovra di Kristeller, l’episiotomia e l’utilizzo della ventosa. Ognuna di queste pratiche fu eseguita senza il mio consenso consapevole, la manovra di Kristeller nemmeno documentata in cartellaclinica.

Quando è arrivato il momento, ho sentito il corpo di Isabel cadere sull’acciaio freddo del lettino e non ho potuto neanche prenderla in braccio subito. Era minuscola, appena 2560 grammi e 47 cm. Fu portata via rapidamente e solo dopo quasi un’ora me l’hanno data. Guardandola, sentivoancora che non era “mia”.

Le conseguenze psicologiche del parto traumatico

La mia esperienza non è isolata. Secondo studi recenti, molte donne che vivono un parto traumatico sviluppano sintomi di stress post-traumatico correlato al parto, che includono ansia intensa, flashback, incubi, sensazione di distanza emotiva dal neonato e dalla famiglia. Il trauma può influenzare il legame madre-figlio e causare episodi di depressione post-partum.

Il disturbo da stress post-traumatico correlato al parto (CB-PTSD) riguarda circa il 4% delle donne in generale e fino al 19% in presenza di fattori di rischio come precedenti traumi o esperienze ostetriche difficili [fonte: Erickson.it, Ipsico.it, StateofMind.it].

I sintomi possono manifestarsi con ricordi intrusivi, angoscia, senso di impotenza, paura di non essere una buona madre, e distacco emotivo dal bambino. È essenziale riconoscerli e cercare supporto professionale per prevenire conseguenze più gravi come la depressione post-partum o la psicosi.

Il percorso personale verso l’accettazione e l’amore

Nonostante quella difficilissima partenza, desidero dire a chi vive un’esperienza simile che è possibile amare, anche se non accade subito. Il mio amore per Isabel è nato a piccoli passi, con il tempo. Nessuna madre è sbagliata per questo, e riconoscere il dolore e la paura è il primo passo per guarire.

La frase “se non hai figli non puoi capire” è vera nel senso che la maternità è un percorso unico e complesso, fatto anche di difficoltà invisibili agli occhi degli altri.

Consigli per chi ha vissuto un parto traumatico

  • Parla con un professionista: psicologi e terapisti specializzati in traumi da parto possono aiutare a elaborare l’esperienza.
  • Condividi con altre mamme: gruppi di supporto online o incontri in presenza aiutano a non sentirsi sole.
  • Prenditi cura di te: riposa, concediti momenti di tranquillità e ascolta i tuoi bisogni.
  • Non giudicarti: ogni esperienza è valida e l’amore può ancora crescere.
  • Coinvolgi il partner e la famiglia: un sostegno affettivo è fondamentale.

Come riconoscere i segnali di un parto traumatico

Tra i segnali comuni dopo un parto traumatico ci sono:

  • Incubi o flashback legati al parto
  • Ansia e sensazioni di panico
  • Difficoltà nel legame con il bambino
  • Sentimenti di colpa o rabbia
  • Evitamento di situazioni che ricordano il parto
  • Depressione post-partum o baby blues persistenti

Se riconosci questi sintomi, è importante rivolgersi a un professionista, poiché esistono trattamenti efficaci per migliorare la qualità della vita.

Conclusione: la forza nascosta nell’esperienza

Il mio racconto vuole essere un messaggio di speranza per chi affronta un parto traumatico o non si sente mamma nel modo in cui aveva immaginato. Il percorso può essere difficile, ma l’amore può sbocciare con il tempo e il giusto sostegno. Nessuna madre è sola in questo cammino.

Per approfondimenti sul tema, puoi leggere le nostre guide su stress post-partum e depressione post-partum.

ADRIANA & NICOLE

Diventare Mamma va online il 3 Ottobre del 2016, inizialmente come blog dedicato alla maternità.Il blog si è poi trasformato in un vero portale informativo, per le mamme 2.0