Home Salute e Benessere Cos’è il Rebozo – babywearing tradizionale messicano

Cos’è il Rebozo – babywearing tradizionale messicano

by DiventareMamma
Pubblicato: Ultimo aggiornamento

Oggi per DiventareMamma abbiamo l’intervista che Micaela – consulente babywearing ha fatto a Valeria Conti, ostetrica esperta nell’uso del Rebozo messicano.

Questa ed altre interviste, sono presenti nel fantastico e-book scritto da Micaela intitolato “Il babywearing è tante cose – almeno 6” che potete scaricare gratuitamente da qui. Se invece non hai voglia di leggere, puoi sentire il PodCast di Micaela sul Rebozo direttamente qui.

Abbiamo già parlato dei benefici del babywearing in passato, e di come esso faccia parte del nostro DNA, in quasi tutte le culture del mondo.

Oggi vogliamo parlarvi di un tipo di fascia, chiamata Rebozo che è tipica del Messico, paese che come sapete mi ha accolto per molti anni e del quale mi sentirò sempre parte ❤️.

✨ Intervista a Valeria Conti a cura di Micaela Tagliaferro

Iniziamo dal principio e da una definizione base: cos’è il Rebozo?

Il Rebozo è una stoffa lunga (2,5 metri per 70 centimetri circa), uno scialle tradizionale dalle trame e dai colori diversi, generalmente in cotone, lana e seta, utilizzato dalle donne del Messico e del Guatemala. Il tempo medio per realizzare un rebozo tradizionalmente tessuto va dai trenta ai sessanta giorni.

Un rebozo viene tessuto artigianalmente su telaio e le ultime righe della trama vengono
intrecciate e chiuse a mano: un lavoro complicato e meticoloso svolto solo da donne
specializzate, delle vere e proprie artiste nella tessitura.

Secondo la tradizione, una donna riceve in regalo un rebozo – tramandato spesso
all’interno della stessa famiglia da donna in donna – nel giorno del menarca. È un
accessorio tipico della vita quotidiana, con molti impieghi: scialle, gonna, telo per
trasportare oggetti e, parlando noi di babywearing, anche come fascia per portare i
bambini. Lo si può riconoscere indossato anche da Frida Kahlo.

Le tue colleghe messicane hanno trovato un modo particolare di utilizzarlo, vero? Raccontaci un po’ di questa modalità, del come, perché e quando farne uso.

Le ostetriche tradizionali messicane, le parteras, lo portano fin da tempi ancestrali come indumento e lo adoperano al bisogno per molteplici finalità e lo fanno attraverso una specifica tecnica definita “Manteada”, che significa “movimento con la coperta”.

La “Manteada” consiste in una serie di mosse caratterizzate da un tocco leggero e piacevole con lo scopo di rilassare la donna affinché ritrovi consapevolezza interiore e fiducia in se stessa.

Nelle mani delle ostetriche, il rebozo è uno strumento estremamente utile e versatile che viene adoperato per diversi scopi:

  • favorire il posizionamento ottimale del feto in gravidanza, in travaglio e nel parto potenziare il rilascio ormonale fisiologico nella madre e nel bambino favorendo un travaglio efficace e un parto più agevole
  • contenere il dolore durante la progressione del travaglio, favorendo il benessere materno e fetale, dal periodo prodromico fino al periodo espulsivo
  • favorire posizioni materne libere e “in movimento” durante il travaglio e il parto permettere il rilassamento della madre in attesa del taglio cesareo. Posizionato intorno alla testa, tenuto stretto dolcemente con le mani, insieme a una visualizzazione, evita le distrazioni ambientali (luci, voci, suoni…), riducendo l’ansia, lo stress e la produzione degli ormoni dello stress.
  • favorire la “chiusura” nel puerperio garantendo il sostegno necessario alla neomadre per tutto il periodo. Attraverso il rito della “Cerrada”, la chiusura del ventre, il rebozo permette di chiudere simbolicamente la fase della gravidanza e aprire quella della maternità, “richiudendo” la madre dopo la grande apertura del parto

Voglio soffermarmi in particolare su questo aspetto perché di fondamentale importanza anche e soprattutto perché appena dopo il parto si tende sempre a scordarsi della madre per concentrarsi solo e quasi esclusivamente sul nuovo arrivato.

Celebrare la chiusura dopo il parto consente di richiamare a sé l’energia, per tornare a sentirsi integre e incamminarsi nella maternità con nuovo vigore.

Inoltre, il corpo della donna attraversa molti cambiamenti durante la gravidanza e si “apre” specialmente nei fianchi, e dopo il parto questa apertura permane. Dopo un bagno purificatore e rilassante con erbe e acqua calda, l’ostetrica usa il rebozo per contenere e ricompattare organi, tessuti e ossa. Per di più, i fianchi, la pelvi e il perineo sono aree del corpo in cui sedimentano le emozioni profonde e i traumi irrisolti, determinando possibili blocchi e dolori addominali, pelvici e della colonna.

Chiusura del ventre con rebozo
La chiusura del ventre può aiutare a rilasciare queste emozioni e tensioni.

La chiusura del ventre può aiutare a rilasciare queste emozioni e tensioni.

È un’opportunità per la neomadre di lasciare andare emozioni e stress, di essere coccolata e massaggiata, di ricevere nuova energia e sensazione di benessere, di riposare e di sentirsi amata.

Un tempo per la madre per connettersi e riflettere sulla sua nuova condizione di donna e madre. Un tempo per l’ostetrica da trascorrere con la madre, nutrendola in modo fisico e spirituale, onorando il suo corpo e le sue ossa “sacre”.

Il Rebozo si posiziona intorno alla testa, le spalle, la schiena, l’addome, il bacino, le
cosce, le gambe e i piedi,
in base allo scopo e la specifica funzione per il quale viene
utilizzato. Serve anche come sostegno durante il travaglio e il parto durante le
spinte espulsive, come un tessuto o corda a cui la donna si può sorreggere e
appigliare.

Prima della medicalizzazione della nascita e dell’uso eccessivo di strumenti ed
esami, il tocco e il massaggio dell’ostetrica, o di colei che assiste la madre, era una
componente centrale della cura materna in tutto il mondo. In assenza di ecografi,
esami e cardiotocografici, l’ostetrica aveva solamente le sue mani per assistere la
donna.

Le mani e il tocco rimangono alla base della cura olistica della madre, oltre ad essere per le ostetriche lo strumento principale di diagnosi e cura nella pratica clinica dell’assistenza alla gravidanza, travaglio, parto e post-partum. Per di più il massaggio e il tocco amorevole nell’esperienza della maternità facilitano la trasformazione fisica, emotiva, psicologica e spirituale della neomadre.

Col Rebozo quindi si “coccola” la donna in gravidanza e nell’immediato post parto.

Torniamo ancora una volta a parlare di quanto sia importante il contatto già in fase prenatale, approfondiamo questo aspetto.

Il rebozo, essendo una sciarpa di tessuto molto resistente, avvolge e accoglie come un profondo abbraccio le aree che hanno bisogno di ascolto, contenimento e cura. Quindi, tramite la specifica tecnica della “manteada”, permette di massaggiarle e
trattarle o semplicemente contenerle.

In gravidanza può alleviare le tensioni muscolari e facilitare la mobilizzazione del bacino; in travaglio può essere usato per il contenimento del dolore e per correggere le mal posizioni fetali; in puerperio permette una chiusura e un contenimento fisico, emotivo ed energetico.

In Italia da quando si è iniziato a conoscere e utilizzare il Rebozo? E nello specifico, tu come ti sei approcciata alla pratica, dove hai imparato?

Oggi le ostetriche tradizionali messicane vengono invitate a condividere la loro esperienza e offrire formazione nel mondo. Il Rebozo si sta quindi diffondendo anche in altri paesi, tra cui l’Italia, e questo è un dono per tutte le donne e le loro famiglie.

Quando ho scoperto e appreso questo strumento l’ho accolto con grande entusiasmo poiché è antico, profondo, semplice, a basso costo ma estremamente potente, poiché fornisce evidenti ed enormi benefici.

Ho appreso la pratica dell’uso del rebozo per la gravidanza, il parto e il puerperio direttamente dall’ostetrica cilena Pascale Pagola Davis, nel corso di formazione “Rebozo” organizzato dal M.I.P.A. Centro Studi di Brescia.

Ho appreso e sperimentato il “Rituale di chiusura del ventre e delle ossa sacre” con Virginia Valli, Ostetrica italiana che vive e lavora in Inghilterra e ha condotto in Italia un seminario formativo. Virginia ha imparato il rituale da Rocio Alarcon, ostetrica tradizionale dell’Ecuador, sciamana e con un dottorato in etno-botanica.

Nella mia pratica clinica come ostetrica lo offro a tutte le donne, sia in studio che nel
proprio domicilio, ponendomi in completo ascolto e sostegno dei loro bisogni. Reputo che la Cerrada (il rituale di chiusura del ventre) sia un’esperienza profonda che ogni donna dovrebbe vivere e che infatti propongo durante il puerperio e in generale a tutte le donne che sentono la necessità di “chiudere” qualcosa nella loro vita.

Questo rito viene proposto dopo il parto, ma la sua particolarità è che può essere praticato in qualsiasi momento, dopo giorni, mesi o addirittura anni dal parto stesso.

Risulta anche un profondo strumento di supporto dopo aborti o morti intrauterine e anche in caso di problemi di fertilità. Ne possono beneficiare donne in qualsiasi momento della loro vita, anche se non hanno mai partorito ma desiderano chiudere un evento del loro passato: una relazione difficile, un cambio di lavoro e carriera, la morte di una persona cara, dopo il menarca o la menopausa.

Il Rebozo non è quindi soltanto un telo utile al rilassamento e alla distensione del
corpo, ma si trasforma in uno strumento funzionale a sancire le varie fasi della vita

e funzionale al trattamento di diverse problematiche, richiamando l’energia per incamminarsi verso una sempre migliore conoscenza di sé, del proprio corpo e delle
proprie emozioni.

ll Rebozo è anche la fascia porta bebè tipica del Messico: hai mai provato a portare con questo supporto? Puoi indicarci dove poterlo acquistare?

Ho un Rebozo tradizionale che ho acquistato durante il corso di formazione con Virginia Valli, che li fa arrivare direttamente dal Messico. È possibile ordinare un rebozo anche via internet, assicurandosi che sia stato tessuto tradizionalmente.

Ho portato e porto mio figlio con la fascia lunga tessuta e altri supporti come il mei tai e il marsupio ergonomico. Non ho mai provato a portare con il rebozo, purtroppo non possiedo ancora la manualità e la tecnica necessaria; come per gli altri supporti del portare che non fanno parte della nostra cultura, è necessario qualcuno che la possa tramandare.


Valeria Conti: Ostetrica specializzata per una nascita gentile e formata per l’uso del Rebozo
messicano. Specializzata in movimento in gravidanza e dopo il parto, e in riabilitazione del
pavimento pelvico, insegnante di massaggio infantile A.I.M.I., Educatrice Perinatale
M.I.P.A., Istruttrice Gravidanzando, Formazione H.U.G. Your Baby

Micaela Tagliaferro: Consulente babywearing e consulente libri Usborne. www.micaelacuoreacuore.it

Potrebbe anche piacerti