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Quiet Book: i libri sensoriali

Esiste un mondo di stoffa e colori dai mille nomi: quiet books, soft books, silent books, busy books, cloth books, activity books… Se avete dimestichezza con l’inglese vi salteranno subito agli occhi parole come soffice, silenzioso, tranquillo, una serie di termini che richiamano attività che possono impegnare i bambini in modo semplice e pacato, magari durante un lungo viaggio in treno o in un pomeriggio di pioggia.

In italiano si possono chiamare libri sensoriali o libri tattili, nomi che mettono in evidenza il tipo di attività proposte, ideate per accompagnare lo sviluppo sensoriale del bambino, la concentrazione, la percezione tattile, stimolare i sensi, la coordinazione e la motricità fine. Potrei annoiarvi con altri mille tecnicismi e spiegazioni, preferisco rispondere alle domande più frequenti che mi fanno sui libri sensoriali e lasciar parlare le immagini!

I libri sensoriali sono ottimi anche per bambini con discapacitá, ne parliamo meglio in questo articolo dove vi raccontiamo come é nato il Libro di Arianna ❤, sempre in collaborazione con Alessandra Sodi (La Sodi Cake Design) e la logopedista Roberta Galetta.

Tre domande (e risposte!) sui libri sensoriali

1. Da che età sono consigliati i quiet books?

Lo sviluppo cognitivo dei bambini è una strada diversa per ognuno: c’è chi comincia a giocare veramente col libro sensoriale e i vari personaggi (solitamente forme e figure di feltro, stoffa o pannolenci) verso i 18 mesi, fino a giocare coscientemente intorno ai tre anni, chi anticipa o posticipa queste tappe. Quando creo un libro sensoriale cerco introdurre elementi che stimolino il bambino nelle varie tappe, accompagnandolo fin dai primi mesi con una filastrocca personalizzata che i genitori possono leggere: il quiet book diventa così una storia della buonanotte, il racconto della vita quotidiana del piccolo, alcuni mi chiedono poi di inserire racconti particolari magari su un nonno di cui vogliono tenere vivo il ricordo, con foto e rime. I bambini poi sono volubili: oggi vogliono solo guardare figure colorate, domani vorranno giocare con i pupazzetti del libro, dopodomani preferiranno mordicchiare le soffici pagine. Non mi piace limitarmi ad inserire nel libro attività come allacciare, slacciare, aprire, chiudere, preferisco arricchirli senza pensare al momento in cui quel libro verrà utilizzato. La creatività va accompagnata, stimolata, senza badare troppo al tempo che passa! Il tempo giusto dei miei libri è… sempre! Basta mettere in gioco la fantasia e, sicuramente, la guida di mamma e papà!

2. Che materiali si usano per i libri sensoriali?

Principalmente stoffa, pannolenci, feltro. Vengono poi inseriti altri materiali che possono essere spugna, tessuti di varia fattura, bottoni, raffia, e tutto ciò che la fantasia permette: diverse consistenze, colori e spessore aiutano i piccolini a rapportarsi col mondo intorno a loro, a scoprire attraverso il tatto, ecco perché spesso si chiamano libri tattili. Gli stimoli sensoriali che si possono inserire in un libro di stoffa sono moltissimi anche se, in alcuni casi particolari, bisogna avere l’accortezza di semplificare molto forme e colori, per evitare il sovraffollamento visivo che può essere elemento di disturbo per alcuni bambini, come per esempio ne Il Libro di Arianna  dove forme e colori sono state adattate alle necessità terapeutiche della piccola principessa!

3. Quanto costano i libri sensoriali?

Il costo di un libro sensoriale dipende da diversi fattori, alcuni sono molto elementari sia nelle attività che nella manifattura, altri sono complessi, elaborati, perfetti tecnicamente e meravigliosamente creativi. Potrei dirvi che si trovano in commercio dai 20 euro in su, arrivando anche a superare i 100 euro. Cifra che può sembrare esagerata ma non lo è, se si valuta il tempo necessario per realizzare un libro fatto di tanti elementi e, soprattutto, personalizzato. Altra variabile sono le pagine: solitamente il prezzo varia in base al numero di pagine, e quindi di attività, inserite nel libro. C’è la possibilità poi di aggiungere pagine man mano che il bimbo cresce e, quindi, vuole sperimentare nuove attività, magari più consone alla sua età come riconoscere i primi numeri, le prime lettere dell’alfabeto, distinguere i colori primari, contare, e così via. Alle semplici attività con personaggi da staccare e attaccare, tipiche di ogni libro sensoriale, si affiancano così piccoli memory games, giochi di memoria e riconoscimento delle immagini, figure, colori. Insomma, tra le pagine di un libro sensoriale c’è un mondo da scoprire!!

Ho iniziato per gioco a creare libri sensoriali, semplicemente per regalarli ai nipoti; pian piano poi sono diventati un’attività, un mezzo per entrare nel mondo dell’infanzia e studiare tutto ciò che può essere utile per migliorare, di volta in volta, i miei libri; mi sono accostata alla pedagogia montessoriana ritrovando tante mie convinzioni, e studiando il modo per applicarla alle mie creazioni. Amo particolarmente il mondo dei libri sensoriali e ne vedo di meravigliosi realizzati da creative per lo più straniere, che sono il mio obiettivo da raggiungere: perché creare qualcosa di unico per i bambini è uno stimolo creativo importantissimo, mi spinge a guardare il mondo con altri occhi, a non dare per scontato tutto ciò che per me è quotidiano e già esistente. Per i piccoli, ogni cosa è una scoperta, ogni colore ancora non esiste, ogni forma è da nominare, ogni animale è un nuovo amico. E’ un viaggio, tra fantasia e insegnamento, che facciamo insieme, sfogliando colorate pagine di stoffa!

A cura di: Alessandra Sodi | La Sodi CakeDesign

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