La Stella Cometa anche quest’anno è pronta a segnare il cammino con la sua scia luminosa ai tre Magi dei nostri presepi, che in molte case saranno già arrivati complici le manine curiose dei bambini che si divertono incredibilmente a muovere le varie statuine! Il Natale poi non sarebbe lo stesso se non fossimo accompagnati, nella sua attesa, dai disegni e dai lavoretti fatti dai bambini: le scuole e la casa si riempiono di piccole opere d’arte colorate che riescono a strapparci un sorriso sempre e comunque, soprattutto quando a darceli sono dei piccoli gnometti con le mani coperte di colore e gli occhi pieni di felicità. I soggetti di questi capolavori sono ovviamente legati al Natale e uno di questi è spesso la scena della Natività, con Maria, Giuseppe, Gesù e l’immancabile Stella Cometa seguita dai Magi. La Stella Cometa con le sue 5 punte e l’immancabile coda lunga con l’estremità disegnata a zig-zag. Ma era davvero una stella cometa quella seguita dai Magi?! Lo abbiamo chiesto, ovviamente, all’astrofisica Martina Cardillo e abbiamo scoperto che, su stelle, Magi e comete, aleggia un mistero ancora da risolvere!
Stella o cometa?
Premesso che niente e nessuno potrà toglierci il romanticismo legato all’idea di una Stella Cometa nel cielo che ha guidato i Re Magi verso la grotta in cui era appena nato Gesù, vediamo cosa narra il Vangelo a proposito di questo evento (Matteo 2,1-12): “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la, sua stella, e siamo venuti per adorarlo. […] Udite le parole del re [Erode, ndr], essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino”. “Ed ecco la stella”, non “ed ecco la stella Cometa”. E così è anche per altri documenti antichi (protovangeli, codici ecc): nessuno racconta di altro se non di una semplice stella. Noi siamo abituati a un’iconografia che rappresenta la scena della natività con una splendida Stella con la coda, eppure non è sempre stato così: prima del 1300 infatti la stella della natività era rappresentata come una semplice stella.
La stella della Basilica di Santa Maria Maggiore
Un esempio per tutti lo trovate nel mosaico dell’abside della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, rappresentante, appunto, la Natività. Se osservate bene, seguendo quella specie di “palo” bianco sopra la testa del bambinello, vedrete in cima proprio la famosa stella; come vedete, non appare alcuna coda. Siamo alla fine del 1200. Questo splendido mosaico non è affatto l’unico in cui la stella dei Magi è rappresentata come una semplice stella. Tutte le opere datate prima del 1304 la raffigurano così. Finché Giotto non dipinse la Cappella degli Scrovegni a Padova.
La stella cometa di Giotto
Proprio agli inizi del 1300, infatti, al grande pittore fu commissionata la decorazione della famosa Cappella che riempì di uno splendido cielo stellato sul soffitto e di diverse scene affrescate su tutte le pareti. Una di queste scene è proprio una natività. Sopra la testa della Madonna, dolcemente chinata sul bambinello, appare la nostra famosa stella ma, stavolta, con una splendida e luccicante coda: per la prima volta, la stella dei magi è stata raffigurata come una Stella Cometa. Quello che successe è che nel 1301 Giotto rimase ammaliato da un evento astronomico che si ripete, purtroppo, solo ogni 75 anni: il passaggio nel cielo della Cometa di Halley.
Giotto e la cometa di Halley
Giotto rimase talmente affascinato dalla bellezza di questo oggetto, che all’epoca poteva brillare in un cielo straordinario perché l’inquinamento dell’atmosfera era totalmente assente, da decidere di riprodurlo nella scena della natività. Ed ecco che la stella dei Magi si trasformò nella più familiare e tanto amata Stella Cometa. La coda, però, non è come quella che disegnano i bambini, ovviamente, perché la coda disegnata da Giotto è una coda realistica, non una coda immaginaria.
Stelle che non sono stelle
Per capire meglio, vediamo insieme, molto brevemente, che cos’è in realtà una stella cometa. Una stella cometa non è affatto una stella. Le stelle sono lontanissime da noi, talmente lontane da sembra immobili nel cielo (anche se non lo sono). Pensate che quella più vicina dista da noi 38 mila miliardi di km e la sua luce impiega 4 anni a raggiungerci. Quelle che noi chiamiamo stelle comete non sono altro che “sassi” spaziali costituiti da roccia e ghiaccio, provenienti tutti da due zone particolari del nostro sistema solare: la fascia di Kuiper (che si trova a circa 30 volte la distanza Terra-Sole che è di 150 milioni di km) e la Nube di Oort (50000 volte la distanza tra Terra e Sole). Si trovano in queste due zone sin dagli albori del sistema solare, cioè da circa 4 miliardi e mezzo di anni. Quello che succede è che, ogni tanto, le traiettorie di alcuni di questi “sassi” vengono deviate dall’incontro con altri oggetti nelle vicinanze e iniziano a viaggiare verso di noi.
Come si forma una stella cometa
Man mano che uno di questi sassi cosmici si avvicina al Sole (centinaia di miliardi di km), il Sole inizia a scaldarlo e il ghiaccio della sua superficie sublima (si trasforma direttamente in vapore) e lo circonda in una nube sferica, la chioma (kometes = dotate di chioma). La cometa di Giotto, se vedete, non ha solo la coda ma sembra proprio essere circondata da questa “coltre” di vapore. Questo sasso chiomato continua ad avvicinarsi alla nostra stella e quanto si trova a qualche centinaio di chilometri, più o meno la distanza della nostra Terra o poco più, il Sole non può trattenersi e “soffia” sul nostro sasso col suo vento (costituito da tantissime particelle molto energetiche) trasformando la chioma sferica in una splendida coda. Et voilà: possiamo dire che una stella cometa è un sasso trasformato in uno splendore dal soffio caldo del sole. Alla fine è romantico lo stesso, non pensate?
Il mistero della stella dei Re Magi
Quindi perché i Magi hanno seguito una stella “qualunque”? In realtà la questione è ancora sotto indagine. Ci sono moltissimi studi che hanno cercato di capire quale sia stato l’evento astronomico che ha spinto i Magi a intraprendere il loro viaggio verso la Palestina. Il problema principale è che non conosciamo la data esatta della nascita di Gesù. Il 25 dicembre è stato scelto dalla tradizione cristiana come data simbolo ma non siamo affatto sicuri fosse esattamente quella data. Non siamo neanche sicuri esattamente dell’anno in cui nacque Gesù; sempre la Cristianità ha posto il suo anno di nascita come spartiacque ma non sappiamo dove collocare l’importante anno 0. Questa incertezza non aiuta a risalire agli eventi astronomici che si erano verificati in quel periodo (che noi possiamo ricostruire a ritroso dai dati e dagli strumenti che abbiamo ora). Una delle ipotesi più accreditate dagli ultimi studi è che si trattasse non di una stella particolare ma di un evento estremamente raro (1 volta ogni 805 anni): la congiunzione tra Giove e Saturno in corrispondenza della Costellazione dei Pesci. In pratica, i due pianeti appaiono nel cielo vicinissimi (nella realtà distano centinaia di milioni di km) e appaiono vicini quando passano per la costellazione dei pesci. Un evento con un grande significato astrologico, anche se, scientificamente parlando, l’evento non è particolarmente interessante ma nell’astrologia dei popoli del Medio Oriente ha un significato ben preciso (come scoprì Keplero): un grande re (Giove, il re degli dei) che avrebbe portato giustizia (Saturno, simbolo di giustizia) nel mondo stava per nascere nella terra di Mosè (i Pesci sono un segno d’acqua e l’acqua richiama Mosè). Questo significato non sarebbe potuto sfuggire ai tre sapienti magi babilonesi.
Insomma, forse non sarà stata una stella cometa a indicare la strada ai re Magi e a coronare la nascita di Gesù ma questo non può togliere la magia del Natale e delle Stelle Comete con la coda a zig-zag disegnate da quegli spruzzi di gioia che sono i bambini! Buon Natale a tutti!
Martina Cardillo, astrofisica, vive a lavora a Roma, presso l'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma: si occupa di astrofisica delle alte energie, la branca che studia gli oggetti più energetici dell'universo. In particolare, si occupa dell'accelerazione dei raggi cosmici, particelle ad altissime energie, all'interno di due progetti italiani, AGILE (satellite che lavora nel gamma, in orbita dal 2007) e ASTRI Mini-Array, un insieme di telescopi da terra, in via di sviluppo, che studierà la luce gamma nelle sue energie più elevate. L'amore per la sua città natale l'ha portata a ripensare alla divulgazione scientifica in chiave ironica e originale, potete seguire le sue "racconti spaziali" sulla pagina Roma Caput-Astri - ASTROversi in romanesco o partire per insiemea a lei per un fantastico viaggio nell'universo sul suo canale YouTube!