Gli esami in gravidanza

Nel corso dei nove mesi saranno necessari alcuni esami in gravidanza da effettuare dietro consiglio dello specialista per prevenire e diagnosticare eventuali patologie particolari. Gli esami in di routine, se una donna è incinta, hanno l’esenzione del ticket quando sono prescritti dal medico curante, appena accerti lo stato della tua gravidanza puoi rivolgerti al tuo medico di base che ti prescriverà gli esami del sangue e delle urine, dopodiche prenota la visita dal tuo ginecologo per la prima ecografia, nel corso della visita ti chiederà la tua Anamnesi ( lo stato della salute tuo e dei tuoi famigliari) per verificare che non esistano patologie o malattie ereditarie nella tua famiglia e prendere eventualmente i necessari rimedi.  Gli esami da eseguire in genere sono: Gli esami del sangue di routine: Sono il primo esame che il ginecologo ti prescriverà quando accerta lo stato di gravidanza. Serve a controllare i valori del sangue della futura mamma. Alcuni ginecologi lo fanno effettuare una volta al mese, altri ogni due – tre mesi. Verso la fine della gestazione serve soprattutto a controllare i valori del ferro , in quanto la donna in attesa facilmente diventa anemica. Identificazione del fattore RH e del gruppo sanguigno. E’ molto importante conoscere il gruppo sanguigno dei genitori e comunicarlo al ginecologo che ti segue nel corso della gestazione in quanto potrebbero esserci delle incompatibilità. Se il fattore Rh  della donna è negativo, e quello del papà è positivo, la donna deve obbligatoriamente fare ogni mese un esame del sangue dove viene specificato che deve essere effettuato il Test di Coombs indiretto. Questo test serve a riconoscere le eventuali complicazioni legate all’incompatibilità tra il sangue materno e quello del nascituro, se non diagnosticata si corre il rischio dell’eritroblastosi fetale, che può portare all’aborto. Il problema vi è di solito se la donna è alla seconda gravidanza o ha subito un aborto senza eseguire la profilassi antiRh. Se invece la donna è alla prima gravidanza, non ci sono rischi, perché per mezzo della placenta il sangue del bambino e quello della donna non entrano mai in contatto diretto evitando di mescolarsi e creare problemi. L’ ecografia: E’ il primo esame di controllo che viene effettuato per verificare lo stato della gravidanza. Viene utilizzato un apparecchio a ultrasuoni (ecografo) assolutamente innocuo sia per la gestante che per il feto. All’inizio della gestazione il ginecologo utilizza una cannula che inserisce nella vagina (assolutamente indolore) attraverso questo “occhio” si riescono a stabilire le dimensioni dell’embrione, l’avanzamento della gravidanza e verificare se sono in corso gravidanze extrauterine e la presenza di uno o più embrioni.  Con l’avanzare della gestazione e l’aumento della pancia l’ecografia viene fatta esternamente, viene cosprasa la pancia di gel in modo da assicurare una buona trasmissione degli ultrasuoni e viene controllato lo stato della crescita del feto. Le ecografie essendo innocue si possono fare anche ogni mese, dipende se il vostro ginecologo è fornito di un ecografo, alcuni ginecologi non lo hanno e le ecografie in più, se si desidera farle, oltre a quelle passate dall’Ausl si devono fare a pagamento ma le principali che è possibile fare con il pagamento di un semplice ticket sono:  L’ esame delle urine: Servono per rilevare: La fetoscopia: E’ un esame che serve a stabilire se esistono nel feto anomalie o  malformazioni che non è possibile rilevare attraverso la semplice ecografia. E’ un esame invasivo attraverso un apposito strumento che viene inserito all’interno dell’addome a mezzo di una minuscola incisione si ha così la possibilità di visualizzare il feto direttamente. Con un piccolissimo ago viene prelevato un campione della cute o del fegato del feto, analizzandoli si possono stabilire possibili malformazioni o anomalie che non è possibile verificare con una semplice ecografia. E’ chiaro che questo è un  esame particolare non di routine, sarà il ginecologo che valuterà se e quando prescriverlo. La funicolocentesi: E’ un esame invasivo, si fa quando esistono delle sofferenze fetali o devono essere fatte delle trasfusioni o prelievi utili al feto. Attraverso un ago sottilissimo mosso grazie alle indicazioni date da un ecografista che controlla la posizione del bambino e del cordone ombelicale, viene fatta una iniezione al cordone. Serve a stabilire se sono in corso infezioni, se sono presenti malattie genetiche, ematologiche ma soprattutto si fa per valutare il grado di ossigeno presente nel sangue per contrastare la sofferenza fetale. L’ amnioscopia: E’ un esame invasivo che serve a stabilire se esiste “sofferenza fetale”. Con un minuscolo tubicino infilato attraverso la vagina e l’utero viene controllato il colore del liquido amniotico, se è  limpido e trasparente è tutto normale, se invece il liquido ha colorazioni diverse potrebbero esserci i sintomi di anomalie e di sofferenza fetale. Il monitoraggio del battito cardiaco fetale: E’ un esame non invasivo che serve a stabilire il battito cardiaco del nascituro. Di solito viene eseguito nelle ultime settimane di gestazione per accertare il buono stato di salute del cuore del piccolo. La gestante viene fatta sdraiare su di un lettino e le viene applicata una “cintura” sulla pancia, attraverso questa vengono rilevati i battiti cardiaci del feto e registrati su di una striscia di carta simile a quella usata nell’elettrocardiogramma. Spesso questa cintura viene utilizzata anche nel travaglio o nella fase immediatamente precedente al parto in modo da verificare che il piccolo abbia il battito cardiaco regolare e che non entri nella fase detta di “sofferenza fetale”. Il tritest o triplotest: E’ il primo esame di controllo che è possibile eseguire nel corso della gravidanza. E’ già possibile farlo attorno alla 16 settimana di gestazione e si fa con un semplice prelievo di sangue. Viene verificato il dosaggio di 3 ormoni: Beta HGC, estriolo e alfafetoproteina. Con questo esame si  verificano i rischi che il feto sia affetto da Sinfrome di Down, se le  percentuali rilevate sono superiori a 1/380 il ginecologo deciderà per fare eseguire un ulteriore esame di controllo: l’amniocentesi. Il dosaggio dell’Alfafetoproteina: Per rilevare che l’alfafetoproteina sia presente in giusta quantità sia nel feto che nel sangue della mamma e nel liquido amniotico, viene effettuato un normale prelievo di sangue e attraverso questo calcolato il dosaggio relativo. La velocimetria Doppler: Nel corso della ecografia viene calcolata anche la Velocimetria Doppler ovvero il ginecologo misura i flussi del sangue nel cordone ombelicale e nel l’arteria uterina per controllare che siano sufficienti e garantiscano l’alimentazione del feto. L’amniocentesi: L’amniocentesi è un esame intrusivo che serve a verificare se ci sono dei problemi particolari nel feto. Questo esame non è ordinario ma soggettivo viene fatto se, in famiglia, si sono verificati casi di sindrome di Down o di altre malattie genetiche, oppure quando la gestante abbia superato i 35 anni. Proprio per questo in molte Ausl è a pagamento fino ai 35-37 anni e mutuabile dopo tale età. L’amniocentesi viene eseguita da un ginecologo assistito da un ecografista, il suo compito è quello di guardare, tramite l’ecografo la posizione del feto in modo da stabilire quale è lo spazio libero per poter effettuare il prelievo di liquido amniotico dall’utero della donna. La gestante viene fatta sdraiare su di un lettino, il liquido amniotico viene prelevato per mezzo di una siringa con un ago sottilissimo che viene infilato nell’addome. Per evitare di far sentire eccessivo dolore, prima che venga fatto il prelievo vi verrà trattato l’addome con una piccola dose di anestetico locale. Il liquido prelevato verrà sottoposto ad una serie di test che daranno i risultati sullo stato del feto, con questo esame è anche possibile stabilire con estrema certezza il sesso del nascituro, attenzione se non volete che vi sia svelato basta dirlo all’infermiera e lei manterrà questo segreto. La risposta dell’amniocentesi arriva dopo circa 20 giorni, di solito un addetto dell’ospedale dove è stata fatta vi comunica il risultato via telefono per poi mandarvi la risposta scritta via posta. Dopo aver fatto l’amniocentesi vi verranno prescritte delle pillole per evitare le contrazioni e qualche giorno di riposo assoluto. Dopo una settimana vi verrà fatta una ecografia di controllo, ma non è pratica comune farla. L’amniocentesi è un esame relativamente pericoloso, in qualche raro caso può provocare l’interruzione della gravidanza. Naturalmente la decisione se sottoporsi o meno a questo tipo di esame spetta alla gestante dietro consiglio del suo ginecologo o di uno specialista di fiducia.  La villocentesi: E’ un esame invasivo che si fa ( su richiesta del ginecologo) alla 12 settimana di gestazione, con un ago sottilissimo, in anestesia locale, viene prelevata una piccola quantità di villi coriali che sono presenti nella placenta. Analizzandoli si può stabilire se esistono dei problemi nei cromosomi del feto. Di solito questo esame precede e/o sostituisce la amniocentesi e viene prescritto a gestanti che abbiano superato i 35 anni di età o che abbiano in famiglia delle sindromi certificate (ad es sindrome di Down ecc). L’ecografia morfologica: È una ecografia particolareggiata che viene fatta attorno alla 20a settimana di gravidanza: l’ecografista determina le misure del bambino valutando la circonferenza del cranio, la lunghezza del femore e a questo punto è anche probabile che riesca a stabilire con certezza il sesso del nascituro. Il tampone vaginale: È un esame che si effettua per controllo circa 3 settimane prima della data presunta del parto. Viene inserito un piccolo tampone di garza nella vagina che poi sarà esaminato per controllare che non ci siano infezioni in corso che possano causare danni al nascituro. È richiesto dal vostro ginecologo ed è possibile farlo dietro il pagamento di un piccolo ticket. Gli esami esenti da ticket Il Ministero della Sanità ha previsto la seguente lista di esami per le donne in attesa, devono essere prescritti dal medico e sono assoggettati all’esenzione del ticket.  Prestazioni in esenzione entro la 13.ma settimana e comunque al primo controllo quando indicato dal medico per verificare lo stato della gravidanza: Prestazioni in esenzione tra la 14.ma e la 18.ma settimana Prestazioni in esenzione tra la 19.ma e la 23.ma settimana Prestazioni in esenzione tra la 24.ma e la 27.ma settimana Prestazioni in esenzione tra 28.ma e la 32.ma settimana Prestazioni in esenzione tra 33.ma e la 37.ma settimana Prestazioni in esenzione tra la 38.ma e la 40.ma settimana