Salute e Benessere

Conviene davvero conservare le cellule staminali?

Ormai é tema di moda e tutti ne parlano, ma davvero conviene conservare le cellule staminali? La conservazione delle cellule staminali come saprete, é vietata… per lo meno in Italia e in molti altri paesi della UE. Per questo, negli ultimi anni, sono nate come funghi centinaia di centri di raccolta di cellule staminali in paesi come Svizzera o San Marino, e con esse sono nate altrettante societá che promettono conservare le cellule staminali dei vostri figli per 10/20/30 anni.

Ma si possono davvero conservare per tutto quel tempo? Quanto costa? E sopratutto, nel caso di bisogno posso rimpatriarle?

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A cosa servono le cellule staminali

Innanzitutto, sapete cosa sono le cellule staminali? Sono quelle cellule primitive non ancora specializzate in alcun organo. Le cellule staminali sono dunque in grado di trasformarsi in qualsiasi cellula del corpo umano, con funzioni particolari. Si riproducono illimitatamente e vanno a rimpiazzare o sostituire le cellule danneggiate presenti nel corpo.

É interessante sapere che quando una cellula staminale si moltiplica, dividendosi, può sia restare una cellula staminale progenitrice, quindi capace di riprodursi dividendosi in altre cellule staminali, oppure di specializzarsi trasformandosi in qualsiasi altro tipo di cellula con una funzione specifica.

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A cosa servono dunque le cellule staminali? Esse consentono di intervenire in modo efficance nel trattamento di oltre 80 patologie come malattie metaboliche, oncologiche, ematologiche e anche immunologiche.

Elenco completo delle patologie del Decreto Ministeriale 18 Novembre 2009 ➡️ scaricalo qui

A cosa serve conservare le cellule del cordone ombelicale?

Le cellule staminali del cordone ombelicale sono tra le migliori prelevabili, infatti esse sono sicure da prelevare, di alta qualità e perfettamente compatibili. Pensate che tra fratelli, le cellule staminali sono compatibili al 25%. Questa compatibilitá decresce diminuendo il grado di parentela tra individui.

Purtroppo in Italia l’art. 3, co.3, Legge 219/2005 dice che è consentita la conservazione di sangue da cordone ombelicale solo se donato per uso allogenico (ovvero per terzi) a fini solidaristici, cosí come per il sangue.

In poche parole se desidero conservare le cellule staminali di mio figlio in Italia, non è possibile perché la legge parla chiaro, NON posso usarle per uso autologo.


Per approfondire meglio questo tema, ho chiesto alla Dott.ssa Irene Martini, Direttore Scientifico di Sorgente di rispondere ad alcune domande.

Ci sono dei casi in cui é possibile conservarle in Italia?

In Italia é possibile conservare le cellule staminali sono in 2 casi:

  1. Scopo solidaristico per uso non autogeno
  2. Uso familiare dedicato.
“Per “Banking pubblico” o donazione pubblica, si intende la possibilità di mettere il proprio campione di cellule del cordone ombelicale a disposizione di chi ne dovesse avere bisogno.

Il Banking pubblico è regolato dal Decreto Legislativo del 6 Novembre 2007 n.191- G.U. N.261 9/11/2007, che recepisce la Direttiva Europea 23/2004, e definisce istituto o banca dei tessuti, “una unità di un ospedale pubblico, o un settore di un servizio trasfusionale, come previsto dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 191, o una struttura sanitaria senza fini di lucro, in cui si effettuano attività di lavorazione, conservazione, stoccaggio o distribuzione di tessuti e cellule umani, o una struttura sanitaria autorizzata“.

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Stessa definizione e normativa vige ovviamente nei Paesi Europei in cui sono presenti registri nazionali che devono rispettare gli standard WMDA che uniformano a livello internazionale gli standard di qualità e sicurezza.

Il “Banking privato”, o conservazione privata, prevede l’esportazione all’estero del sangue cordonale dopo l’ottenimento dell’Autorizzazione all’esportazione; la conservazione può essere effettuata da tutte le mamme che vogliono garantire ai propri bimbi una “risorsa naturale” in più da poter reperire velocemente ed utilizzare in tutti i paesi del mondo, Italia compresa, purché siano rispettati dalla biobanca prescelta gli standard internazionali di qualità per la raccolta, il processamento e il bancaggio delle cellule cordonali e recepite le Direttive Europee.

Questa possibilità è stata introdotta in Italia con la Legge del 21 Ottobre del 2005 n.219, “Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati”

La legge dice anche, che se si hanno prove scientifiche della necessitá immediata delle cellule staminali, é possibile anche richiedere la conservazione sul territorio Italiano.

Negli anni il diritto dei genitori italiani ad esportare il proprio campione di sangue cordonale è stato confermato e attualmente la materia è disciplinata dall’Ordinanza Ministeriale del 26-02-2009, “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale” e dall’Accordo n. 62 tra Stato, Regioni e Province Autonome del 26-04-2010 che ne ha recentemente modificato l’iter procedurale.

E’ possibile aderire all’uso dedicato familiare in Italia solo se si ha in famiglia, già conclamata, una patologia presente nell’elenco emanato dal Ministero della Salute.”

Per quanto tempo si possono conservare?

Le banche private di conservazione di cellule staminali hanno pacchetti che partono dai 10 fino ai 50 anni di conservazione. Altrove invece, ho letto che la letteratura scientifica dice che si possono conservare solo fino a 16 anni. Ma non ho trovato alcun dato reale che supportasse quanto scritto.

La realtá dei fatti é che le banche private di conservazione esistono solamente da circa 25 anni, ed é dunque impossibile avere informazioni scientifiche che superino appunto, i 25 anni.

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É bene dire però, che molti scienziati hanno dichiarato che la conservazione di celluletramite criogenesi  non ha una scadenza e che congelare il sangue del cordone ombelicale potrebbe tecnicamente essere fatto all’infinito. Questa affermazione viene supportata da due fatti:

  • Il sangue del cordone ombelicale é conservato a +190º C., dove la vita biologica cessa e si “stoppa”.
  • Altri tipi di cellule e sperma sono stati conservati con successo per oltre 50 anni.

Posso richiederne il rimpatrio delle cellule staminali?

Tutto ció che abbiamo spiegato sopra spiega il perché le cellule vengono conservate all’estero e non in Italia. Ho letto peró in svariati blog, che le cellule non possono essere rimpatriate per uso autologo. É vero questo dott. Martini? A cosa servirebbe conservarle se poi non posso rimpatriarle?

“Per il riutilizzo del campione conservato all’estero, è necessario ottenere un’Autorizzazione all’importazione del campione, rilasciata di volta in volta dal Ministero della Salute – Ufficio VIII – dipartimento della Prevenzione e Comunicazione – Direzione Generale Prevenzione Sanitaria, in conformità alla legge 219/2005.

La garanzia di poter reimportare in Italia un campione conservato all’estero è subordinata al rispetto delle linee guida fornite dalle autorità preposte di competenza territoriale, nonché dal rispetto delle Direttive Europee e dalla qualità del laboratorio scelto per la conservazione.

E’ quindi possibile reimportare le cellule se il medico che ha in carico il paziente, congiuntamente con i genitori ne fanno richiesta, se, il campione reimportato è sufficiente per gli usi richiesti e se, il Ministero della Salute consente il rimpatrio.

Le condizioni sopra citate sono state sancite proprio al momento in cui l’AGCOM si accorse che non era prevista per default una condizione di rimpatrio e chiese pertanto al Ministero della Salute di produrne una.

Io personalmente ho fatto rimpatriare 11 unità, la prima per scopo terapeutico e le successive dieci per scopo diagnostico; così come ho fatto esportare in US una unità che è stata oggetto di doppio trapianto presso Duke.

Quindi, la diceria secondo la quale è inutile è falsa e non corrisponde alla realtà dei fatti. É vero però che altre banche hanno avuto difficoltà sia a convincere i medici curanti dell’utilità del campione sia a garantire al ministero della salute che l’unità fosse qualitativamente e quantitativamente sufficiente. Gli accreditamenti e tutto il regolatorio del paese presso il quale è crioconservata l’unità devono poter tutelare i genitori nella loro scelta.”

Questo dunque, vuol dire che la scelta della Banca per la conservazione é indubbiamente fondamentale. Ci vuole qualcuno con esperienza alle spalle, e in grado di gestire la situazione, nel caso si presentasse, del rimpatrio dei campioni.

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